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venerdì 03 Febbraio 2023

Ufficio delle letture

SANT'ANSGARIO (OSCAR), VESCOVO - MEMORIA FACOLTATIVA
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V.
O Dio, vieni a salvarmi

R.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.
INNO
Frumento di Cristo noi siamo,
cresciuti nel sole di Dio,
nell'acqua del fonte impastati,
segnati dal crisma divino.
In pane trasformaci, o Padre,
per il sacramento di pace:
un Pane, uno Spirito, un Corpo,
la Chiesa una-santa, o Signore.
O Cristo, pastore glorioso,
a te la potenza e l'onore
col Padre e lo Spirito Santo
nei secoli dei secoli. Amen.
1 ant.
Non disprezzare la mia supplica, o Dio,
          nel clamore degli empi.
SALMO 54, 2-15. 17-24 L’amico che tradisce

Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo?
(Lc 22, 48).
 
I   (2-9)

Porgi l’orecchio, Dio, alla mia preghiera, †
   non respingere la mia supplica; *
   dammi ascolto e rispondimi.
Mi agito nel mio lamento *
   e sono sconvolto al grido del nemico,
     al clamore dell’empio.
Contro di me riversano sventura, *
   mi perseguitano con furore.
Dentro di me freme il mio cuore, *
   piombano su di me terrori di morte.
Timore e spavento mi invadono *
   e lo sgomento mi opprime.
Dico: «Chi mi darà ali come di colomba, *
   per volare e trovare riposo?
Ecco, errando, fuggirei lontano, *
   abiterei nel deserto.
Riposerei in un luogo di riparo *
   dalla furia del vento e dell’uragano».
1 ant.
Non disprezzare la mia supplica, o Dio,
          nel clamore degli empi.
2 ant.
Dall’assalto del nemico
          Dio ci ha liberato.
II   (10-15)
Disperdili, Signore, †
   confondi le loro lingue: *
   ho visto nella città violenza e contese.
Giorno e notte si aggirano sulle sue mura, †
   all’interno iniquità, travaglio e insidie *
   e non cessano nelle sue piazze
      sopruso e inganno.
Se mi avesse insultato un nemico, *
   l’avrei sopportato;
se fosse insorto contro di me un avversario, *
   da lui mi sarei nascosto.
Ma sei tu, mio compagno, *
   mio amico e confidente;
ci legava una dolce amicizia, *
   verso la casa di Dio camminavamo in festa.
2 ant.
Dall’assalto del nemico
          Dio ci ha liberato.
3 ant.
Getta nel Signore il tuo affanno:
           egli ti salverà.
III   (17-24)
Io invoco Dio e il Signore mi salva. †
   Di sera, al mattino, a mezzogiorno
      mi lamento e sospiro *
   ed egli ascolta la mia voce;
mi salva, mi dà pace da coloro che mi combattono: *
   sono tanti i miei avversari.
Dio mi ascolta e li umilia, *
   egli che domina da sempre.
Per essi non c’è conversione *
   e non temono Dio.
Ognuno ha steso la mano contro i suoi amici, *
   ha violato la sua alleanza.
Più untuosa del burro è la sua bocca, *
   ma nel cuore ha la guerra;
più fluide dell’olio le sue parole, *
   ma sono spade sguainate.
Getta sul Signore il tuo affanno †
   ed egli ti darà sostegno, *
   mai permetterà che il giusto vacilli.
Tu, Dio, li sprofonderai nella tomba *
   gli uomini sanguinari e fraudolenti:
essi non giungeranno alla metà dei loro giorni. *
   Ma io, Signore, in te confido.
3 ant.
Getta nel Signore il tuo affanno:
           egli ti salverà.
V.
Ascolta, figlio, la voce della sapienza:

R.
porgi l’orecchio ai miei insegnamenti.
PRIMA LETTURA

Dalla seconda lettera ai Tessalonicesi di san Paolo, apostolo
2, 1-17
Il giorno del Signore
   Vi preghiamo, fratelli, riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e alla nostra riunione con lui, di non lasciarvi così facilmente confondere e turbare, né da pretese ispirazioni, né da parole, né da qualche lettera fatta passare come nostra quasi che il giorno del Signore sia imminente. Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l’apostasia e dovrà esser rivelato l’uomo iniquo, il figlio della perdizione, colui che si contrappone e s’innalza sopra ogni essere che viene detto dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio (Dn 11, 36. 37).
   Non ricordate che, quando ancora ero tra voi venivo dicendo queste cose? E ora sapete ciò che impedisce la sua manifestazione, che avverrà nella sua ora. Il mistero dell’iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene. Solo allora sarà rivelato l’empio e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca (Gb 4, 9; Is 11, 4; Ap 19, 15. 20) e lo annienterà all’apparire della sua venuta, l’iniquo, la cui venuta avverrà nella potenza di satana, con ogni specie di portenti, di segni e prodigi menzogneri, e con ogni sorta di empio inganno per quelli che vanno in rovina, perché non hanno accolto l’amore della verità per essere salvi. E per questo Dio invia loro una potenza d’inganno perché essi credano alla menzogna e così siano condannati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma hanno acconsentito all’iniquità.
   Noi però dobbiamo rendere sempre grazie a Dio per voi, fratelli amati dal Signore, perché Dio vi ha scelti come primizia per la salvezza, attraverso l’opera santificatrice dello Spirito e la fede nella verità, chiamandovi a questo con il nostro Vangelo, per il possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo.
   Perciò, fratelli, state saldi e mantenete le tradizioni che avete appreso così dalla nostra parola come dalla nostra lettera. E lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza, conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene.
 
RESPONSORIO                 Cfr. Mt 24, 30; 2 Ts 2, 8
R.
Apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo,
*

e vedranno il Figlio dell’uomo venire con grande
potenza e gloria.

V.
Allora l’empio verrà scoperto e il Signore Gesù lo
annienterà con il suo soffio,

R.
e vedranno il Figlio dell’uomo venire con grande
potenza e gloria.
SECONDA LETTURA
Dal decreto «Ad gentes» del Concilio ecumenico Vaticano II sull’attività missionaria
(Nn. 23-24)
La vocazione e l’attività missionaria
   Benché l’impegno di diffondere la fede cada su qualsiasi discepolo di Cristo in proporzione delle sue possibilità, Cristo Signore chiama sempre dalla moltitudine dei suoi discepoli quelli che egli vuole, per associarli in modo speciale alla sua missione e per inviarli a predicare alle genti (cfr. Mc 3, 13-14). Perciò, per mezzo dello Spirito Santo, che distribuisce come vuole i carismi per il bene comune (cfr. 1 Cor 12, 11), accende nel cuore dei singoli la vocazione missionaria ed insieme suscita nella Chiesa istituti aventi per fine proprio l’evangelizzazione, che è compito di tutta la Chiesa.
   Vi sono infatti fedeli insigniti di una speciale vocazione missionaria. Per questo appaiono forniti di attitudini naturali confacenti sia per carattere, sia per intelligenza e sia per capacità pratiche. Si tratta di sacerdoti, religiosi e laici che si dichiarano disponibili per tale apostolato. Essi, inviati dalla legittima autorità, si portano per spirito di fede e di obbedienza presso coloro che sono lontani da Cristo, dedicandosi esclusivamente all’opera per la quale sono stati assunti come ministri del vangelo (cfr. At 13, 2), «perché i pagani divengano una oblazione gradita, santificata dallo Spirito Santo» (Rm 15, 16).
   Orbene, alla chiamata di Dio l’uomo deve rispondere in maniera tale da vincolarsi del tutto all’opera evangelica, senza prender consiglio dalla carne e dal sangue (cfr. Gal 1, 16). Ed è impossibile dare questa rispo-sta senza l’ispirazione e la forza dello Spirito Santo. Il missionario diventa partecipe della missione di colui che «annientò se stesso, prendendo la natura di schiavo» (Fil 2, 7). Deve quindi esser pronto a mantenersi fedele per tutta la vita alla sua vocazione, a rinunziare a se stesso e a tutto quello che possedeva come privato e a farsi tutto a tutti (cfr. 1 Cor 9, 22).
   Annunziando il vangelo alle genti, deve far conoscere con franchezza il mistero del Cristo, del quale è ambasciatore, deve cioè avere il coraggio di parlare nel nome di Cristo senza tentennamenti e senza ar- rossire dello scandalo della croce (cfr. Ef 6, 19-20; At 4, 31). Seguendo l’esempio del suo maestro, mite ed umile di cuore, deve dimostrare che il suo giogo è soave e il suo peso leggero (cfr. Mt 11, 29-30). Vivendo autenticamente il vangelo con la pazienza, con la longanimità, con la benignità, con la carità sincera egli deve rendere testimonianza al suo Signore fino a spargere, se necessario, il proprio sangue. Egli chiederà a Dio virtù e fortezza, per conoscere come sia proprio nella lunga prova, nella tribolazione e nella povertà profonda che risiede l’abbondanza della gioia (cfr. 2 Cor 8, 2).
 
RESPONSORIO                                       Cfr. 1 Cor 9, 16. 22
R.
Predicare il vangelo, per me non è un vanto, ma un dovere:

*
guai a me se non predicassi il vangelo!

V.
Mi sono fatto tutto a tutti, per salvare a ogni costo qualcuno:

R.
guai a me se non predicassi il vangelo!
ORAZIONE
   O Dio, che hai inviato ai popoli baltici il santo vescovo Oscar come apostolo del vangelo, concedi anche a noi per sua intercessione di camminare sempre nella luce della tua verità. Per il nostro Signore.
       Benediciamo il Signore.

       R.
Rendiamo grazie a Dio.

Memoria facoltativa

SANT'ANSGARIO (OSCAR), VESCOVO - MEMORIA FACOLTATIVA