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sabato 17 Settembre 2022

Ufficio delle letture

SANTA ILDEGARDA DI BINGEN, VERGINE E DOTTORE DELLA CHIESA - MEMORIA FACOLTATIVA
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V.
O Dio, vieni a salvarmi

R.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.
INNO
La carità divina
congiunge santa Ildegarda.
all’eterno convito
nel regno dei beati.
La fiamma dello Spirito
ha impresso nel suo cuore
il sigillo indelebile
dell’amore di Dio.
O sorella dei poveri,
intercedi per noi;
sostieni i nostri passi
nella via della pace.
Tu guidaci alla vetta
della santa montagna,
dove i miti possiedono
il regno del Signore.
Sia lode al Padre e al Figlio,
sia onore al Santo Spirito,
al Dio trino ed unico
nei secoli sia gloria. Amen.
1 ant.
Il Signore cònvoca cielo e terra
          per giudicare il suo popolo.
SALMO 49    Il culto gradito a Dio
 
Cristo non abolì il culto antico, ma lo portò alla sua
perfezione; disse infatti: Non sono venuto per abolire,
ma per dare compimento
(cfr. Mt 5, 17).
 
I    (1-6)
Parla il Signore, Dio degli dèi, *
    cònvoca la terra da oriente a occidente.
Da Sion, splendore di bellezza, *
    Dio rifulge.
Viene il nostro Dio e non sta in silenzio; †
    davanti a lui un fuoco divorante, *
    intorno a lui si scatena la tempesta.
Cònvoca il cielo dall’alto *
    e la terra al giudizio del suo popolo:
«Davanti a me riunite i miei fedeli, *
    che hanno sancito con me l’alleanza
      offrendo un sacrificio».
Il cielo annunzi la sua giustizia: *
    Dio è il giudice.
1 ant.
Il Signore cònvoca cielo e terra
          per giudicare il suo popolo.
2 ant.
Grida a me nel giorno della prova:
          verrò a liberarti.
II   (7-15)
​«Ascolta, popolo mio, voglio parlare, †
   testimonierò contro di te, Israele: *
   Io sono Dio, il tuo Dio.
​Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici; *
   i tuoi olocausti mi stanno sempre dinanzi.
Non prenderò giovenchi dalla tua casa, *
   né capri dai tuoi recinti.
Sono mie tutte le bestie della foresta, *
   animali a migliaia sui monti.
Conosco tutti gli uccelli del cielo, *
   è mio ciò che si muove nella campagna.
​Se avessi fame, a te non lo direi: *
   mio è il mondo e quanto contiene.
Mangerò forse la carne dei tori, *
   berrò forse il sangue dei capri?
​Offri a Dio un sacrificio di lode *
   e sciogli all’Altissimo i tuoi voti;
invocami nel giorno della sventura: *
   ti salverò e tu mi darai gloria».
2 ant.
Grida a me nel giorno della prova:
          verrò a liberarti.
3 ant.
Chi offre il sacrificio della lode,
          questi mi onora.
III   (16-23)
​All’empio dice Dio: †
   «Perché vai ripetendo i miei decreti *
   e hai sempre in bocca la mia alleanza,
​tu che detesti la disciplina *
   e le mie parole te le getti alle spalle?
Se vedi un ladro, corri con lui; *
   e degli adùlteri ti fai compagno.
Abbandoni la tua bocca al male *
   e la tua lingua ordisce inganni.
Ti siedi, parli contro il tuo fratello, *
   getti fango contro il figlio di tua madre.
​Hai fatto questo e dovrei tacere? †
   Forse credevi ch’io fossi come te! *
   Ti rimprovero: ti pongo innanzi i tuoi peccati».
​Capite questo voi che dimenticate Dio, *
   perché non mi adiri e nessuno vi salvi.
​Chi offre il sacrificio di lode, questi mi onora, †
   a chi cammina per la retta via *
   mostrerò la salvezza di Dio.
3 ant.
Chi offre il sacrificio della lode,
          questi mi onora.
V.
Preghiamo e domandiamo in ogni tempo

R.
la piena conoscenza della volontà di Dio.
PRIMA LETTURA

Dal libro del profeta Ezechiele
18, 1-13. 20-32

Ciascuno sarà giudicato in base alle proprie azioni
 
     Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Perché andate ripetendo questo proverbio sul paese d'Israele:
​I padri han mangiato l'uva acerba
e i denti dei figli si sono allegati?
     Com'è vero ch'io vivo, dice il Signore Dio, voi non ripeterete più questo proverbio in Israele. Ecco, tutte le vite sono mie: la vita del padre e quella del figlio è mia; chi pecca morirà.
     Se uno è giusto e osserva il diritto e la giustizia, se non mangia sulle alture e non alza gli occhi agli idoli della casa d'Israele, se non disonora la moglie del suo prossimo e non si accosta a una donna durante il suo stato di impurità, se non opprime alcuno, restituisce il pegno al debitore, non commette rapina, divide il pane con l'affamato e copre di vesti l'ignudo, se non presta a usura e non esige interesse, desiste dall'iniquità e pronunzia retto giudizio fra un uomo e un altro, se cammina nei miei decreti e osserva le mie leggi agendo con fedeltà, egli è giusto ed egli vivrà, parola del Signore Dio. Ma se uno ha generato un figlio violento e sanguinario che commette azioni inique, mentre egli non le commette, e questo figlio mangia sulle alture, disonora la donna del prossimo, opprime il povero e l'indigente, commette rapine, non restituisce il pegno, volge gli occhi agli idoli, compie azioni abominevoli, presta a usura ed esige gli interessi, egli non vivrà; poiché ha commesso azioni abominevoli, costui morirà e dovrà a se stesso la propria morte.
     Colui che ha peccato, e non altri, deve morire; il figlio non sconta l'iniquità del padre, né il padre l'iniquità del figlio. Al giusto sarà accreditata la sua giustizia e al malvagio la sua malvagità.
     Ma se il malvagio si allontana da tutti i peccati che ha commesso e osserva tutti i miei precetti e agisce con giustizia e rettitudine, egli vivrà, non morirà. Nessuna delle colpe commesse sarà ricordata, ma vivrà per la giustizia che ha praticato.
     Forse che io ho piacere della morte del malvagio - dice il Signore Dio - o non piuttosto che desista dalla sua condotta e viva?
     Ma se il giusto si allontana dalla giustizia e commette l'iniquità, imitando tutte le azioni abominevoli che l'empio commette, potrà egli vivere? Tutte le opere giuste da lui fatte saranno dimenticate; a causa della prevaricazione in cui è caduto e del peccato che ha commesso, egli morirà.
     Voi dite: Non è retto il modo di agire del Signore.
     Ascolta dunque, popolo d'Israele: Non è retta la mia condotta o piuttosto non è retta la vostra? Se il giusto si allontana dalla giustizia per commettere l'iniquità e a causa di questa muore, egli muore appunto per l'iniquità che ha commesso. E se l'ingiusto desiste dall'ingiustizia che ha commesso e agisce con giustizia e rettitudine, egli fa vivere se stesso. Ha riflettuto, si è allontanato da tutte le colpe commesse: egli certo vivrà e non morirà. Eppure gli Israeliti van dicendo: Non è retta la via del Signore. O popolo d'Israele, non sono rette le mie vie o piuttosto non sono rette le vostre?
     Perciò, o Israeliti, io giudicherò ognuno di voi secondo la sua condotta. Oracolo del Signore Dio. Convertitevi e desistete da tutte le vostre iniquità, e l'iniquità non sarà più causa della vostra rovina. Liberatevi da tutte le iniquità commesse e formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo. Perché volete morire, o Israeliti? Io non godo della morte di chi muore. Parola del Signore Dio. Convertitevi e vivrete».
 
RESPONSORIO        Cfr. Ger 31, 29; Ez 18, 20. 30. 20

R.
Non si dirà più: I padri hanno mangiato uva acerba
e i denti dei figli si sono allegati.
*
Colui che ha
peccato, e non altri, deve morire.

V.
Io giudicherò ognuno secondo la sua condotta: il
figlio non sconta l'iniquità del padre, né il padre l'iniquità
del figlio.

R.
Colui che ha peccato, e non altri deve morire.
SECONDA LETTURA
Dalle Epistole di S. Ildegarda vergine e dottore della Chiesa
(Ep. LII – PL 197, 269 – 271)
L’immagine della Chiesa
   Giacendo a lungo in uno stato di malattia, nell’anno 1170 dell’incarnazione del Signore, essendo vigile nel corpo e nell’anima, vidi una bellissima immagine che aveva l’aspetto femminile, tanto soave e deliziosa, con una bellezza tale che nessuna mente umana avrebbe potuto comprendere e con una statura tale che dalla terra raggiungeva il cielo.
   Inoltre il suo volto rifulse di splendida luce e il suo occhio guardò al cielo. Era rivestita di una veste candidissima di seta bianca ed avvolta in un mantello adornato di pietre preziosissime, e cioè di smeraldo, zaffiro, perle e gemme, avendo dei calzari ai piedi di onice. Ma il suo volto era cosparso di povere, la veste era stata strappata sul lato destro, il suo elegante mantello aveva perso la sua bellezza e i suoi calzari si erano anneriti.
   E nell’alto del cielo gridava a gran voce e triste, dicendo: «Guarda, o cielo, il mio volto è stato imbrattato; e tu, terra, piangi perché la mia veste è stata strappata; e tu, abisso, trema perché i miei calzari si sono anneriti. E poi diceva: Io rimasi nascosta nel seno del Padre, finché il Figlio dell’Uomo, che è stato concepito ed è nato in maniera verginale, ha effuso il suo sangue e con il suo sangue mi ha sposato ed avuto in dote».
   Infatti i segni delle ferite del mio sposo di recente si sono dischiuse, finché saranno aperte le ferite dei peccati degli uomini. I sacerdoti che avrebbero dovuto rendermi candida e servire nella purezza contaminano queste stesse ferite di Cristo, passando da una chiesa all’altra per la loro eccessiva avidità. E con ciò logorano la mia veste poiché prevaricano la Legge, il Vangelo e il proprio sacerdozio ed imbrattano il mio mantello perché non osservano affatto i precetti istituiti per loro, infatti non li osservano con buona volontà e perfettamente nell’astinenza, come indica lo smeraldo, né nell’elargizione delle elemosine, come simboleggia lo zaffiro, né in tutte le altre opere buone e giuste (con cui Dio viene onorato attraverso il simbolo degli altri tipi di gemme). Inoltre imbrattano anche al di sopra i miei calzari, perché essi non seguono la rettitudine né i sentieri aspri e duri della giustizia, né danno il buon esempio ai loro fedeli, pur avendo io al di sotto dei miei calzari, per così dire in un luogo recondito, il candore della verità in alcuni dei miei fedeli.
   Ed udii una voce dal cielo che diceva: «Questa immagine designa la Chiesa. Perciò tu, uomo, che vedi queste cose e ascolti i suoi lamenti, riferiscile ai sacerdoti che sono stati ordinati e costituiti per reggere ed insegnare al popolo di Dio ed ai quali con gli apostoli è stato detto: Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura»
 
RESPONSORIO                                   Dn 2,21-22; 1 Cor 12, 11
R/.
Il Signore concede la sapienza ai saggi, agli intelligenti il sapere;

*
svela cose profonde e occulte e presso di lui abita la luce.

V/.
Tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito,
distribuendole a ciascuno come vuole.

R/.
svela cose profonde e occulte e presso di lui abita la luce.
ORAZIONE
   O Dio, fonte della vita, che hai arricchito di spirito profetico santa Ildegarda [di Bingen], donaci, per il suo esempio e la sua intercessione, di comprendere le tue vie e di riconoscere nell’oscurità di questo mondo la luce del tuo splendore. Per il nostro Signore.
       Benediciamo il Signore.

       R.
Rendiamo grazie a Dio.

Memoria facoltativa

SANTA ILDEGARDA DI BINGEN, VERGINE E DOTTORE DELLA CHIESA - MEMORIA FACOLTATIVA