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mercoledì 17 Agosto 2022

Ufficio delle letture

MERCOLEDI' - XX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO - IV SETTIMANA DEL SALTERIO
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V.
O Dio, vieni a salvarmi

R.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.
INNO

Cristo, sapienza eterna,
donaci di gustare
la tua dolce amicizia.
Angelo del consiglio,
guida e proteggi il popolo
che spera nel tuo nome.
Sii tu la nostra forza,
la roccia che ci salva
dagli assalti del male.
A te la gloria e il regno,
la potenza e l’onore,
nei secoli dei secoli. Amen.
1 ant.
Benedici il Signore, anima mia,
          non dimenticare tanti suoi benefici.
SALMO 102    Inno alla misericordia di Dio

Grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, venne
a visitarci dall’alto un sole che sorge
(cfr. Lc 1, 78).
I    (1-7)
Benedici il Signore, anima mia, *
   quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia, *
   non dimenticare tanti suoi benefici.
Egli perdona tutte le tue colpe, *
   guarisce tutte le tue malattie;
salva dalla fossa la tua vita, *
   ti corona di grazia e di misericordia;
egli sazia di beni i tuoi giorni *
   e tu rinnovi come aquila la tua giovinezza.
Il Signore agisce con giustizia *
   e con diritto verso tutti gli oppressi.
Ha rivelato a Mosè le sue vie, *
   ai figli d'Israele le sue opere.
1 ant.
Benedici il Signore, anima mia,
          non dimenticare tanti suoi benefici.
2 ant.
Come il padre ama i suoi figli,
          il Signore ha pietà di chi lo teme.
II    (8-16)
Buono e pietoso è il Signore, *
   lento all'ira e grande nell'amore.
Egli non continua a contestare *
   e non conserva per sempre il suo sdegno.
Non ci tratta secondo i nostri peccati, *
   non ci ripaga secondo le nostre colpe.
Come il cielo è alto sulla terra, *
   così è grande la sua misericordia
      su quanti lo temono;
come dista l'oriente dall'occidente, *
   così allontana da noi le nostre colpe.
Come un padre ha pietà dei suoi figli, *
   così il Signore ha pietà di quanti lo temono.
Perché egli sa di che siamo plasmati, *
   ricorda che noi siamo polvere.
Come l'erba sono i giorni dell'uomo, *
   come il fiore del campo, così egli fiorisce.
Lo investe il vento e più non esiste *
   e il suo posto non lo riconosce.
2 ant.
Come il padre ama i suoi figli,
          il Signore ha pietà di chi lo teme.
3 ant.
Benedite il Signore,
          voi tutte opere sue.
III    (17-22)
La grazia del Signore è da sempre, *
   dura in eterno per quanti lo temono;
la sua giustizia per i figli dei figli, †
   per quanti custodiscono la sua alleanza *
   e ricordano di osservare i suoi precetti.
Il Signore ha stabilito nel cielo il suo trono *
   e il suo regno abbraccia l'universo.
Benedite il Signore, voi tutti suoi angeli, †
   potenti esecutori dei suoi comandi, *
   pronti alla voce della sua parola.
Benedite il Signore, voi tutte sue schiere, *
   suoi ministri, che fate il suo volere.
Benedite il Signore, voi tutte opere sue, †
   in ogni luogo del suo dominio. *
   Benedici il Signore, anima mia.
3 ant.
Benedite il Signore,
          voi tutte opere sue.
V.
Fammi capire i tuoi insegnamenti:

R.
mediterò i tuoi prodigi, Signore.
PRIMA LETTURA
 
​Dal libro del profeta Isaia
9, 7 - 10, 4
L'ira di Dio contro il regno d'Israele
     Una parola mandò il Signore contro Giacobbe, essa cadde su Israele.
La conoscerà tutto il popolo,
gli Efraimiti e gli abitanti di Samaria,
che dicevano nel loro orgoglio
e nell'arroganza del loro cuore: 
«I mattoni sono caduti,
ricostruiremo in pietra;
i sicomori sono stati abbattuti,
li sostituiremo con cedri».
Il Signore suscitò contro questo popolo i suoi nemici,
stimolò i suoi avversari:
gli Aramei dall'oriente,
da occidente i Filistei
che divorano Israele a grandi morsi.
Con tutto ciò non si calma la sua ira
e ancora la sua mano rimane stesa.
Il popolo non è tornato a chi lo percuoteva;
non ha ricercato il Signore degli eserciti.
Pertanto il Signore ha amputato
a Israele capo e coda,
palma e giunco in un giorno.
L'anziano e i notabili sono il capo,
il profeta, maestro di menzogna, è la coda.
Le guide di questo popolo lo hanno fuorviato
e i guidati si sono perduti.
Perciò il Signore non avrà pietà dei suoi giovani,
non si impietosirà degli orfani e delle vedove,
perché tutti sono empi e perversi;
ogni bocca proferisce parole stolte.
Con tutto ciò non si calma la sua ira
e ancora la sua mano rimane stesa.
Brucia l'iniquità come fuoco
che divora rovi e pruni,
divampa nel folto della selva,
da dove si sollevano colonne di fumo.
Per l'ira del Signore brucia la terra
e il popolo è come un'esca per il fuoco;
nessuno ha pietà del proprio fratello.
Dilania a destra, ma è ancora affamato,
mangia a sinistra, ma senza saziarsi;
ognuno mangia la carne del suo vicino.
Manàsse contro Efraim
ed Efraim contro Manàsse,
tutti e due insieme contro Giuda.
Con tutto ciò non si calma la sua ira
e ancora la sua mano rimane stesa.
Guai a coloro che fanno decreti iniqui
e scrivono in fretta sentenze oppressive,
per negare la giustizia ai miseri
e per frodare del diritto i poveri del mio popolo,
per fare delle vedove la loro preda
e per spogliare gli orfani.
Ma che farete nel giorno del castigo,
quando da lontano sopraggiungerà la rovina?
A chi ricorrerete per protezione?
Dove lascerete la vostra ricchezza?
Non vi resterà che piegarvi tra i prigionieri
o cadere tra i morti.
Con tutto ciò non si calma la sua ira
e ancora la sua mano rimane stesa.
 
RESPONSORIO                            Cfr. Lam 2, 1
R.
Figlia di Sion, come ti ha oscurato il Signore nella
sua ira!
*
Egli ha gettato dal cielo in terra la corona
di Israele.

V.
Nel giorno del suo furore non si è ricordato di te,
sgabello dei suoi piedi.

R.
Egli ha gettato dal cielo in terra la corona di
Israele.
SECONDA LETTURA
 
​Dai «Discorsi» di sant'Agostino, vescovo
​(Disc. Caillau-Saint-Yves 2, 92; PLS 2, 441-442)

Chi persevererà sino alla fine sarà salvato
     Tutte le volte che sopportiamo angustie o tribolazioni, queste costituiscono per noi un avvertimento e nello stesso tempo un mezzo per correggerci. Infatti anche la Sacra Scrittura non ci promette pace, sicurezza e tranquillità; anzi il vangelo non ci nasconde le tribolazioni, le angustie e gli scandali. Assicura però che «chi persevererà sino alla fine, sarà salvato» (Mt 10, 22). Dal primo uomo non avemmo alcun bene, anzi ereditammo la morte e la maledizione, da cui doveva venire Cristo a liberarci.
     Perciò non lamentiamoci e non mormoriamo, o fratelli. Ce ne mette in guardia anche l'Apostolo dicendo: «Mormorarono alcuni di essi, e caddero vittime dello sterminatore» (1 Cor 10, 10). Che cosa di nuovo e insolito, o fratelli, patisce ai nostri tempi il genere umano, che non abbiano patito i nostri padri? Anzi possiamo noi affermare di soffrire tanto e tanti guai quali dovettero soffrire loro? Eppure troverai degli uomini che si lamentano dei loro tempi, convinti che solo i tempi passati siano stati belli. Ma si può essere sicuri che se costoro potessero riportarsi all'epoca degli antenati, non mancherebbero di lamentarsi ugualmente. Se, infatti, tu trovi buoni quei tempi che furono, è appunto perché quei tempi non sono più i tuoi.
     Dal momento, infatti, che sei già libero dalla maledizione, che possiedi già la fede nel Figlio di Dio, che sei già stato iniziato e istruito nelle sacre Scritture, non vedo come tu possa pensare che Adamo abbia conosciuto tempi migliori. Anche i tuoi genitori hanno portato l'eredità di Adamo. Ed è proprio Adamo colui al quale fu detto: con il sudore del tuo volto mangerai il tuo pane e lavorerai la terra da cui sei stato tratto; essa spine e cardi produrrà per te (cfr. Gn 3, 19. 18).
     Ecco che cosa ha meritato, che cosa ha ricevuto, ecco che cosa gli ha afflitto il giusto giudizio di Dio. Perché allora credi che i tempi passati siano stati migliori dei tuoi? Considera bene che dal primo Adamo sino all'uomo odierno non s'incontra se non lavoro, sudore, triboli e spine. Cadde forse su di noi il diluvio? Son venuti forse su di noi tempi tanto terribili di fame e di guerre, come una volta e tali da giustificare il nostro lamento contro Dio a causa del tempo presente?
     Pensate dunque che sorta di tempi erano quelli. Sentendo o leggendo la storia di quei fatti, non siamo forse rimasti inorriditi? Perciò abbiamo piuttosto motivo di rallegrarci, che di lamentarci dei nostri tempi.
 
RESPONSORIO             Cfr. Sal 76, 6-7. 3; 50, 3
R.
Ripenso ai giorni passati, ricordo gli anni lontani.
Un canto nella notte mi ritorna nel cuore:
*
Pietà di
me, o Dio!

V.
Nel giorno dell'angoscia io cerco te, o Signore,
tutta la notte le mie mani si protendono a te e
imploro:

R.
Pietà di me, o Dio!
ORAZIONE
     O Dio, che hai preparato beni invisibili per coloro che ti amano, infondi in noi la dolcezza del tuo amore, perché, amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa, otteniamo i beni da te promessi, che superano ogni desiderio. Per il nostro Signore.
       Benediciamo il Signore.

       R.
Rendiamo grazie a Dio.