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venerdì 13 Maggio 2022

Ufficio delle letture

BEATA VERGINE MARIA DI FATIMA - MEMORIA FACOLTATIVA
Grandezza Testo A A A
1 ant.
I nostri padri ci hanno raccontato
          la forza e i prodigi del Signore, alleluia.
V.
O Dio, vieni a salvarmi

R.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.
INNO
    «Vergine madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’eterno consiglio,
    tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che ’l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
    Nel ventre tuo si raccese l’amore
per lo cui caldo ne l’eterna pace
così è germinato questo fiore.
    Qui se’ a noi meridïana face
di caritate, e giuso, intra i mortali,
se’ di speranza fontana vivace.
    Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia ed a te non ricorre,
sua disïanza vuol volar sanz’ali.
    La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fïate
liberamente al dimandar precorre.
    In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s’aduna
quantunque in creatura è di bontate».
Oppure:
Quem terra, pontus, æthera
colunt, adórant, prædicant
trinam regéntem máchinam,
claustrum Maríæ báiulat.
Cui luna, sol et ómnia
desérviunt per témpora,
perfúsa cæli grátia
gestant puéllæ víscera.
Beáta mater múnere,
cuius, supérnus ártifex,
mundum pugíllo cóntinens,
ventris sub arca clausus est.
Beáta cæli núntio,
fecúnda Sancto Spíritu,
desiderátus géntibus
cuius per alvum fusus est.
Iesu, tibi sit glória,
qui natus es de Vírgine,
cum Patre et almo Spíritu,
in sempitérna sæcula. Amen.
SALMO 77, 1-39    Infedeltà del popolo e fedeltà di Dio
​Ciò avvenne come esempio per noi
(1 Cor 10, 6).
I    (1-16)
​Popolo mio, porgi l’orecchio al mio insegnamento, *
   ascolta le parole della mia bocca.
Aprirò la mia bocca in parabole, *
   rievocherò gli arcani dei tempi antichi.
​Ciò che abbiamo udito e conosciuto †
   e i nostri padri ci hanno raccontato, *
   non lo terremo nascosto ai loro figli;
​diremo alla generazione futura †
   le lodi del Signore, la sua potenza *
   e le meraviglie che egli ha compiuto.
​Ha stabilito una testimonianza in Giacobbe, *
   ha posto una legge in Israele:
​ha comandato ai nostri padri di farle conoscere
     ai loro figli, †
   perché le sappia la generazione futura, *
   i figli che nasceranno.
​Anch’essi sorgeranno a raccontarlo ai loro figli, *
   perché ripongano in Dio la loro fiducia
e non dimentichino le opere di Dio, *
   ma osservino i suoi comandi.
Non siano come i loro padri, *
   generazione ribelle e ostinata,
generazione dal cuore incostante *
   e dallo spirito infedele a Dio.
​(I figli di Èfraim, valenti tiratori d’arco, *
   voltarono le spalle nel giorno della lotta.)
Non osservarono l’alleanza di Dio, *
   rifiutando di seguire la sua legge.
​Dimenticarono le sue opere, *
   le meraviglie che aveva loro mostrato.
Aveva fatto prodigi davanti ai loro padri, *
   nel paese d’Egitto, nei campi di Tanis.
Divise il mare e li fece passare *
   e fermò le acque come un argine.
Li guidò con una nube di giorno *
   e tutta la notte con un bagliore di fuoco.
​Spaccò le rocce nel deserto *
   e diede loro da bere come dal grande abisso.
Fece sgorgare ruscelli dalla rupe *
   e scorrere l’acqua a torrenti.
1 ant.
I nostri padri ci hanno raccontato
          la forza e i prodigi del Signore, alleluia.
2 ant.
Hanno mangiato il pane del cielo,
          hanno bevuto l’acqua della roccia,
          segno dello Spirito promesso, alleluia.
II    (17-31)
​I nostri padri continuarono a peccare contro di lui, *
   a ribellarsi all’Altissimo nel deserto.
Nel loro cuore tentarono Dio, *
   chiedendo cibo per le loro brame;
mormorarono contro Dio *
   dicendo: «Potrà forse Dio
     preparare una mensa nel deserto?».
Ecco, egli percosse la rupe *
   e ne scaturì acqua, e strariparono torrenti.
«Potrà forse dare anche pane *
   o preparare carne al suo popolo?».
​All’udirli il Signore ne fu adirato; †
   un fuoco divampò contro Giacobbe *
   e l’ira esplose contro Israele,
perché non ebbero fede in Dio *
   né speranza nella sua salvezza.
​Comandò alle nubi dall’alto *
   e aprì le porte del cielo;
fece piovere su di essi la manna per cibo *
   e diede loro pane del cielo:
​l’uomo mangiò il pane degli angeli, *
   diede loro cibo in abbondanza.
​Scatenò nel cielo il vento d’oriente, *
   fece spirare l’australe con potenza;
su di essi fece piovere la carne come polvere *
   e gli uccelli come sabbia del mare;
​caddero in mezzo ai loro accampamenti, *
   tutto intorno alle loro tende.
Mangiarono e furono ben sazi, *
   li soddisfece nel loro desiderio.
​La loro avidità non era ancora saziata, *
   avevano ancora il cibo in bocca,
​quando l’ira di Dio si alzò contro di essi, †
   facendo strage dei più vigorosi *
   e abbattendo i migliori d’Israele.
2 ant.
Hanno mangiato il pane del cielo,
          hanno bevuto l’acqua della roccia,
          segno dello Spirito promesso, alleluia.
3 ant.
Si ricordarono
          che Dio libera e salva il suo popolo,
          alleluia.
III    (32-39)
​I nostri padri continuarono a peccare *
   e non credettero ai suoi prodigi.
Allora dissipò come un soffio i loro giorni *
   e i loro anni con strage repentina.
Quando li faceva perire, lo cercavano, *
   ritornavano e ancora si volgevano a Dio;
ricordavano che Dio è loro rupe, *
   e Dio, l’Altissimo, il loro salvatore;
​lo lusingavano con la bocca *
   e gli mentivano con la lingua;
il loro cuore non era sincero con lui *
   e non erano fedeli alla sua alleanza.
​Ed egli, pietoso, perdonava la colpa, *
   li perdonava invece di distruggerli.
​Molte volte placò la sua ira *
   e trattenne il suo furore,
ricordando che essi sono carne, *
   un soffio che va e non ritorna.
3 ant.
Si ricordarono
          che Dio libera e salva il suo popolo,
          alleluia.
V.
Per la tua risurrezione, o Cristo, alleluia,
​R.
gioiscono i cieli e la terra, alleluia.
PRIMA LETTURA

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni, apostolo
17, 1-18
Babilonia la grande è condannata
     Io, Giovanni, vidi, e uno dei sette angeli che hanno le sette coppe mi si avvicinò e parlò con me: «Vieni, ti farò vedere la condanna della grande prostituta che siede presso le grandi acque. Con lei si sono prostituiti i re della terra e gli abitanti della terra si sono inebriati del vino della sua prostituzione». L’angelo mi trasportò in spirito nel deserto. Là vidi una donna seduta sopra una bestia scarlatta, coperta di nomi blasfemi, con sette teste e dieci corna. La donna era ammantata di porpora e di scarlatto, adorna d’oro, di pietre preziose e di perle, teneva in mano una coppa d’oro, colma degli abomini e delle immondezze della sua prostituzione. Sulla fronte aveva scritto un nome misterioso: «Babilonia la grande, la madre delle prostitute e degli abomini della terra».
     E vidi che quella donna era ebbra del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù. Al vederla, fui preso da grande stupore. Ma l’angelo mi disse: «Perché ti meravigli? Io ti spiegherò il mistero della donna e della bestia che la porta, con sette teste e dieci corna. La bestia che hai visto era, ma non è più; salirà dall’Abisso, ma per andare in perdizione. E gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto nel libro della vita fin dalla fondazione del mondo, stupiranno al vedere che la bestia era e non è più, ma riapparirà. Qui ci vuole una mente che abbia saggezza. Le sette teste sono i sette colli sui quali è seduta la donna; e sono anche sette re. I primi cinque sono caduti, ne resta uno ancora in vita, l’altro non è ancora venuto e quando sarà venuto, dovrà rimanere per poco. Quanto alla bestia che era e non è più, è ad un tempo l’ottavo re e uno dei sette, ma va in perdizione. Le dieci corna che hai viste sono dieci re, i quali non hanno ancora ricevuto un regno, ma riceveranno potere regale, per un’ora soltanto insieme con la bestia. Questi hanno un unico intento: consegnare la loro forza e il loro potere alla bestia. Essi combatteranno contro l’Agnello, ma l’Agnello li vincerà, perché è il Signore dei signori e il Re dei re e quelli con lui sono i chiamati, gli eletti e i fedeli».
     Poi l’angelo mi disse: «Le acque che hai viste, presso le quali siede la prostituta, simboleggiano popoli, moltitudini, genti e lingue. Le dieci corna che hai viste e la bestia odieranno la prostituta, la spoglieranno e la lasceranno nuda, ne mangeranno le carni e la bruceranno col fuoco. Dio infatti ha messo loro in cuore di realizzare il suo disegno e di accordarsi per affidare il loro regno alla bestia, finché si realizzino le parole di Dio. La donna che hai vista simboleggia la città grande, che regna su tutti i re della terra».
 
RESPONSORIO                            Ap 17, 14; 6, 2
R.
I potenti della terra combatteranno contro
l’Agnello, ma l’Agnello li vincerà:
*
è il Signore dei
signori e il Re dei re, alleluia.
​V.
Gli fu data una corona, e uscì vittorioso per
vincere ancora:
R.
è il Signore dei signori e il Re dei re, alleluia.
SECONDA LETTURA
Dai «Discorsi» di sant’Efrem Siro, diacono
(Sermo 3 de diversis: Opera omnia, III syr. et lat., Romae 1743, 607)
Maria sola comprende in sé Colui che tutto il mondo non può contenere
   Portando in sé la divinità, Maria è diventata cielo per noi. Cristo infatti, senza separarsi dalla gloria del Padre, ha racchiuso la sua divinità nei ristretti limiti di un grembo, per innalzare gli uomini a una dignità più alta. Scelse lei sola in tutta la schiera delle vergini, perché fosse lo strumento della nostra salvezza.
   In lei ebbero compimento tutte le predizioni dei profeti e dei giusti. Da lei uscì quella splendidissima stella, sotto la cui guida il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce (cfr. Is 9,1).
   Maria può essere chiamata convenientemente con molti nomi. Ella infatti è tempio del Figlio di Dio, il quale da lei è uscito in modo diverso da come era entrato; infatti era entrato nel grembo senza corpo, ne uscì rivestito di un corpo. Ella è quel mistico cielo nuovo, nel quale il Re dei re prese dimora come nella sua sede e dal quale è venuto sulla terra, facendo apparire il suo essere simile agli uomini (cfr. Fil 2,7).
   Ella è la vite che produce frutti di soave odore (cfr. Sir 24,23 Vulg.); e poiché il frutto era troppo diverso dalla natura dell’albero, fu necessario che prendesse la sua somiglianza dall’albero.
   Ella è la fonte che sgorga dalla casa del Signore, dalla quale per gli assetati sono fluite le acque della vita: chi vi accosterà le labbra non avrà sete in eterno.
   È un errore, carissimi, pensare di poter mettere sullo stesso piano il giorno della creazione e quello della nuova creazione in Maria. All’inizio infatti la terra fu fondata, per mezzo di lei fu rinnovata. All’inizio, per il peccato di Adamo, essa fu maledetta nei suoi frutti (cfr. Gen 3,17-19), per mezzo di Maria invece ad essa fu ridata la pace e la sicurezza. All’inizio, per il peccato dei progenitori, la morte si è riversata su tutti gli uomini (cfr. Rm 5,18), ora invece siamo passati dalla morte alla vita. All’inizio il serpente, passando per l’ascolto di Eva, iniettò il veleno in tutto il corpo, ora Maria accoglie con l’ascolto l’annunziatore della felicità eterna. Ciò che fu strumento di morte, risulta ora strumento di vita.
   Colui che siede sui Cherubini (cfr. Sal 79,2), ora è portato dalle braccia di una donna; colui che tutto il mondo non può contenere, Maria sola lo stringe nelle braccia; colui che i Troni e le Dominazioni temono, è nutrito da una fanciulla; colui che regna nei secoli dei secoli, eccolo seduto sulle ginocchia di una vergine; colui che fa della terra lo sgabello dei suoi piedi (cfr. Is 66,1), ora la calpesta con i suoi piedi di bambino.
 
RESPONSORIO
R.
Saldo è il cuore della Vergine: all’annuncio dell’angelo
ha concepito il mistero divino; nel suo casto ventre
ha accolto il più bello tra i figli dell’uomo
*
e, benedetta in eterno,
diede a noi il Dio fatto uomo.

V.
La dimora di un ventre puro diventa senza indugio tempio di Dio:
in virtù della parola, vergine intatta concepì il Figlio

R.
e, benedetta in eterno, diede a noi il Dio fatto uomo.
ORAZIONE
   O Dio, tu hai voluto che Maria, Madre del tuo Figlio, fosse anche nostra Madre; fa’ che, perseverando nella penitenza e nella preghiera per la salvezza del mondo, ci adoperiamo con tutte le forze per la crescita del regno di Cristo. Egli è Dio.
       Benediciamo il Signore.

       R.
Rendiamo grazie a Dio.

Memoria facoltativa

BEATA VERGINE MARIA DI FATIMA - MEMORIA FACOLTATIVA