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martedì 26 Gennaio 2021

Ufficio delle letture

SANTI TIMOTEO E TITO, VESCOVI - MEMORIA - III SETTIMANA DEL SALTERIO
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V.
O Dio, vieni a salvarmi

R.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.
INNO
Frumento di Cristo noi siamo,
cresciuti nel sole di Dio,
nell'acqua del fonte impastati,
segnati dal crisma divino.
In pane trasformaci, o Padre,
per il sacramento di pace:
un Pane, uno Spirito, un Corpo,
la Chiesa una-santa, o Signore.
O Cristo, pastore glorioso,
a te la potenza e l'onore
col Padre e lo Spirito Santo
nei secoli dei secoli. Amen.
1 ant.
Sorga Dio,
          e i suoi nemici fuggano lontano.
SALMO 67    L’ingresso trionfale del Signore
Ascendendo in cielo ha portato con sé i prigionieri,
ha distribuito doni agli uomini.  Colui che discese è lo stesso
che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose

(Ef 4, 8. 10).
I    (2-11)
​Sorga Dio, i suoi nemici si disperdano *
   e fuggano davanti a lui quelli che lo odiano.
​Come si disperde il fumo, tu li disperdi; †
   come fonde la cera di fronte al fuoco, *
   periscano gli empi davanti a Dio.
I giusti invece si rallegrino, †
   esultino davanti a Dio *
   e cantino di gioia.
​Cantate a Dio, inneggiate al suo nome, *
   spianate la strada a chi cavalca le nubi:
«Signore» è il suo nome, *
   gioite davanti a lui.
​Padre degli orfani e difensore delle vedove *
   è Dio nella sua santa dimora.
Ai derelitti Dio fa abitare una casa, †
   fa uscire con gioia i prigionieri; *
   solo i ribelli abbandona in arida terra.
Dio, quando uscivi davanti al tuo popolo, *
   quando camminavi per il deserto, tremò la terra,
stillarono i cieli davanti al Dio del Sinai, *
   davanti a Dio, il Dio di Israele.
​Pioggia abbondante riversavi, o Dio, *
   rinvigorivi la tua eredità esausta.
E il tuo popolo abitò il paese *
   che nel tuo amore, o Dio, preparasti al misero.
1 ant.
Sorga Dio,
          e i suoi nemici fuggano lontano.
2 ant.
Il nostro Dio è un Dio che salva,
          è lui che ci libera dalla morte.
II    (12-24)
Il Signore annunzia una notizia, *
   le messaggere di vittoria sono grande schiera:
«Fuggono i re, fuggono gli eserciti, *
   anche le donne si dividono il bottino.
Mentre voi dormite tra gli ovili, †
   splendono d’argento le ali della colomba, *
   le sue piume di riflessi d’oro».
Quando disperdeva i re l’Onnipotente, *
   nevicava sullo Zalmon.
Monte di Dio il monte di Basan, *
   monte dalle alte cime, il monte di Basan.
Perché invidiate, o monti dalle alte cime, †
   il monte che Dio ha scelto a sua dimora? *
   Il Signore lo abiterà per sempre.
I carri di Dio sono migliaia e migliaia: *
   il Signore viene dal Sinai nel santuario.
Sei salito in alto conducendo prigionieri, †
   hai ricevuto uomini in tributo: *
   anche i ribelli abiteranno presso il Signore Dio.
Benedetto il Signore sempre; *
   ha cura di noi il Dio della salvezza.
Il nostro Dio è un Dio che salva; *
   il Signore Dio libera dalla morte.
Sì, Dio schiaccerà il capo dei suoi nemici, *
   la testa altèra di chi percorre la via del delitto.
Ha detto il Signore: «Da Basan li farò tornare, *
   li farò tornare dagli abissi del mare,
perché il tuo piede si bagni nel sangue, *
   e la lingua dei tuoi cani
     riceva la sua parte tra i nemici».
2 ant.
Il nostro Dio è un Dio che salva,
          è lui che ci libera dalla morte.
3 ant.
Cantate a Dio, popoli del mondo,
          cantate inni al Signore.
III    (25-36)
Appare il tuo corteo, Dio, *
   il corteo del mio Dio, del mio re, nel santuario.
Precedono i cantori, †
   seguono ultimi i citaredi, *
   in mezzo le fanciulle che battono cèmbali.
«Benedite Dio nelle vostre assemblee, *
   benedite il Signore, voi della stirpe di Israele».
Ecco, Beniamino, il più giovane, †
   guida i capi di Giuda nelle loro schiere, *
   i capi di Zàbulon, i capi di Nèftali.
Dispiega, Dio, la tua potenza, *
   conferma, Dio, quanto hai fatto per noi.
Per il tuo tempio, in Gerusalemme, *
   a te i re porteranno doni.
Minaccia la belva dei canneti, †
   il branco dei tori con i vitelli dei popoli: *
   si prostrino portando verghe d’argento;
disperdi i popoli che amano la guerra. †
   Verranno i grandi dall’Egitto, *
   l’Etiopia tenderà le mani a Dio.
Regni della terra, cantate a Dio, *
   cantate inni al Signore;
egli nei cieli cavalca, nei cieli eterni, *
   ecco, tuona con voce potente.
Riconoscete a Dio la sua potenza, †
   la sua maestà su Israele, *
   la sua potenza sopra le nubi.
Terribile sei, Dio, dal tuo santuario; †
   il Dio d’Israele dà forza e vigore al suo popolo, *
   sia benedetto Dio.
3 ant.
Cantate a Dio, popoli del mondo,
          cantate inni al Signore.
V.
Ascolterò la parola del Signore:

R.
egli parla di pace al suo popolo.
PRIMA LETTURA

Dal libro del Deuteronomio
26, 1-19

La professione di fede dei figli di Abramo
  In quei giorni Mosè parlò al popolo dicendo: «Quando sarai entrato nel paese che il Signore tuo Dio ti darà in eredità e lo possiederai e là ti sarai stabilito, prenderai le primizie di tutti i frutti del suolo da te raccolti nel paese che il Signore tuo Dio ti darà, le metterai in una cesta e andrai al luogo che il Signore tuo Dio avrà scelto per stabilirvi il suo nome. Ti presenterai al sacerdote in carica in quei giorni e gli dirai: Io dichiaro oggi al Signore tuo Dio che sono entrato nel paese che il Signore ha giurato ai nostri padri di darci. Il sacerdote prenderà la cesta dalle tue mani e la deporrà davanti all’altare del Signore tuo Dio e tu pronunzierai queste parole davanti al Signore tuo Dio: Mio padre era un Arameo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa. Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione; il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi, e ci condusse in questo luogo e ci diede questo paese, dove scorre latte e miele. Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato. Le deporrai davanti al Signore tuo Dio e ti prostrerai davanti al Signore tuo Dio; gioirai, con il levita e con il forestiero che sarà in mezzo a te, di tutto il bene che il Signore tuo Dio avrà dato a te e alla tua famiglia.
   Quando avrai finito di prelevare tutte le decime delle tue entrate, il terzo anno, l’anno delle decime, e le avrai date al levita, al forestiero, all’orfano e alla vedova perché ne mangino nelle tue città e ne siano sazi, dirai dinanzi al Signore tuo Dio: Ho tolto dalla mia casa ciò che era consacrato e l’ho dato al levita, al forestiero, all’orfano e alla vedova secondo quanto mi hai ordinato; non ho trasgredito, né dimenticato alcuno dei tuoi comandi. Non ne ho mangiato durante il mio lutto; non ne ho tolto nulla quando ero immondo e non ne ho dato nulla per un cadavere; ho obbedito alla voce del Signore mio Dio; ho agito secondo quanto mi hai ordinato. Volgi lo sguardo dalla dimora della tua santità, dal cielo, e benedici il tuo popolo d’Israele e il suolo che ci hai dato come hai giurato ai nostri padri, il paese dove scorre latte e miele!
   Oggi il Signore tuo Dio ti comanda di mettere in pratica queste leggi e queste norme; osservale dunque, mettile in pratica con tutto il cuore, con tutta l’anima. Tu hai sentito oggi il Signore dichiarare che egli sarà il tuo Dio, ma solo se tu camminerai per le sue vie e osserverai le sue leggi, i suoi comandi, le sue norme e obbedirai alla sua voce. Il Signore ti ha fatto oggi dichiarare che tu sarai per lui un popolo particolare, come egli ti ha detto, ma solo se osserverai tutti i suoi comandi; egli, quanto a gloria, rinomanza e splendore, ti porrà sopra tutte le nazioni che ha fatte e tu sarai un popolo consacrato al Signore tuo Dio com’egli ha promesso».
 
RESPONSORIO              Cfr. 1 Pt 2, 9. 10; Dt 7, 7. 8
R.
Voi siete il popolo che Dio si è acquistato; voi, un
tempo eravate non-popolo, ora siete il popolo di Dio.

*
Voi, un tempo esclusi, ora avete ottenuto
misericordia.

V.
Il Signore vi ha scelto perché vi ama, vi ha
riscattato e liberato dalla schiavitù.

R.
Voi, un tempo esclusi, ora avete ottenuto
misericordia.
SECONDA LETTURA

Dalle «Omelie» di san Giovanni Crisostomo, vescovo

​(Om. 2, Panegirico di san Paolo, apostolo; PG 50, 480-484)
​Ho combattuto la buona battaglia
   Paolo se ne stava nel carcere come se stesse in cielo e riceveva percosse e ferite più volentieri di coloro che ricevono il palio nelle gare: amava i dolori non meno dei premi, perché stimava gli stessi dolori come fossero ricompense; perciò li chiamava anche una grazia divina. Ma sta’ bene attento in qual senso lo diceva: Certo era un premio essere sciolto dal corpo ed essere con Cristo (cfr. Fil 1, 23), mentre restare nel corpo era una lotta continua; tuttavia per amore di Cristo rimandava il premio per poter combattere: cosa che giudicava ancor più necessaria.
   L’essere separato da Cristo costituiva per lui lotta e dolore, anzi assai più che lotta e dolore. Essere con Cristo era l’unico premio al di sopra di ogni cosa. Paolo per amore di Cristo preferì la prima cosa alla seconda.
   Certamente qui qualcuno potrebbe obiettare che Paolo riteneva tutte queste realtà soavi per amore di Cristo. Certo, anch’io ammetto questo, perché quelle cose che per noi sono fonti di tristezza, per lui erano invece fonte di grandissimo piacere. Ma perché io ricordo i pericoli e i travagli? Poiché egli si trovava in grandissima afflizione e per questo diceva: «Chi è debole, che anch’io non lo sia? Chi riceve scandalo che io non ne frema?» (2 Cor 11, 29).
   Ora, vi prego, non ammiriamo soltanto, ma anche imitiamo questo esempio così magnifico di virtù. Solo così infatti potremo essere partecipi dei suoi trionfi.
   Se qualcuno si meraviglia perché abbiamo parlato così, cioè che chiunque avrà i meriti di Paolo avrà anche i medesimi premi, può ascoltare lo stesso Apostolo che dice: «Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno, e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione» (2 Tm 4, 7-8). Puoi vedere chiaramente come chiama tutti alla partecipazione della medesima gloria.
   Ora, poiché viene presentata a tutti la medesima corona di gloria, cerchiamo tutti di diventare degni di quei beni che sono stati promessi.
   Non dobbiamo inoltre considerare in lui solamente la grandezza e la sublimità delle virtù e la tempra forte e decisa del suo animo, per la quale ha meritato di arrivare ad una gloria così grande, ma anche la comunanza di natura, per cui egli è come noi in tutto. Così anche le cose assai difficili ci sembreranno facili e leggere e, affaticandoci in questo tempo così breve, porteremo quella corona incorruttibile ed immortale, per grazia e misericordia del Signore nostro Gesù Cristo, a cui appartiene la gloria e la potenza ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
 
RESPONSORIO                          Cfr. 1 Tm 6, 11-12; Tt 2, 1
R.
Tu, uomo di Dio, tendi alla giustizia, alla pietà,
alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza;

*
combatti la buona battaglia della fede, per raggiungere
la vita eterna.

V.
Insegna tutto ciò che è conforme alla sana
dottrina;

R.
combatti la buona battaglia della fede, per
raggiungere la vita eterna.
ORAZIONE
   O Dio, nostro Padre, che hai formato alla scuola
degli apostoli i santi vescovi Timòteo e Tito, concedi
anche a noi per loro intercessione di vivere in questo
mondo con giustizia e con amore di figli, per giungere
alla gloria del tuo regno. Per il nostro Signore.
       Benediciamo il Signore.

       R.
Rendiamo grazie a Dio.