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sabato 09 Maggio 2020

Ufficio delle letture

SABATO - IV SETTIMANA DI PASQUA - IV SETTIMANA DEL SALTERIO
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V.
O Dio, vieni a salvarmi

R.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.
INNO
Ecco il gran giorno di Dio,
splendente di santa luce:
nasce nel sangue di Cristo
l’aurora di un mondo nuovo.
Torna alla casa il prodigo,
splende la luce al cieco;
il buon ladrone graziato
dissolve l’antica paura.
Gli angeli guardano attoniti
il supplizio della croce,
da cui l’innocente e il reo
salgono uniti al trionfo.
O mistero insondabile
dell’umana redenzione:
morendo sopra il patibolo
Cristo sconfigge la morte.
Giorno di grandi prodigi!
La colpa cerca il perdono,
l’amore vince il timore,
la morte dona la vita.
Irradia sulla tua Chiesa
la gioia pasquale, o Signore,
unisci alla tua vittoria
i rinati nel battesimo.
Sia lode e onore a Cristo,
vincitore della morte,
al Padre e al Santo Spirito
ora e nei secoli eterni. Amen.
Oppure:
Hic est dies verus Dei,
sancto serénus lúmine,
quo díluit sanguis sacer
probrósa mundi crímina.
Fidem refúndit pérditis
cæcósque visu illúminat;
quem non gravi solvit metu
latrónis absolútio?
Opus stupent et ángeli,
poenam vidéntes córporis
Christóque adhæréntem reum
vitam beátam cárpere.
Mystérium mirábile,
ut ábluat mundi luem,
peccáta tollat ómnium
carnis vitia mundans caro.
Quid hoc potest sublímius,
ut culpa quærat grátiam,
metúmque solvat caritas
reddátque mors vitam novam?
Esto perénne méntibus
paschále, Iesu, gáudium,
et nos renátos grátiæ
tuis triúmphis ággrega.
Iesu, tibi sit glória,
qui morte victa prǽnites,
cum Patre et almo Spíritu,
in sempitérna sǽcula. Amen.
1 ant.
Il Signore ci ha liberato
          dalla mano dell’oppressore, alleluia.
SALMO 77, 40-72    Infedeltà del popolo e fedeltà di Dio
Ciò avvenne come esempio per noi
(1 Cor 10, 6).
IV    (40-51)
Quante volte si ribellarono a lui nel deserto, *
   lo contristarono in quelle solitudini!
Sempre di nuovo tentavano Dio, *
   esasperavano il Santo di Israele.
​Non si ricordavano più della sua mano, *
   del giorno che li aveva liberati dall’oppressore
quando operò in Egitto i suoi prodigi, *
   i suoi portenti nei campi di Tanis.
​Egli mutò in sangue i loro fiumi *
   e i loro ruscelli, perché non bevessero.
Mandò tafàni a divorarli *
   e rane a molestarli.
​Diede ai bruchi il loro raccolto, *
   alle locuste la loro fatica.
Distrusse con la grandine le loro vigne, *
   i loro sicomòri con la brina.
​Consegnò alla grandine il loro bestiame, *
   ai fulmini i loro greggi.
​Scatenò contro di essi la sua ira ardente, †
   la collera, lo sdegno, la tribolazione, *
   e inviò messaggeri di sventure.
Diede sfogo alla sua ira: †
   non li risparmiò dalla morte *
   e diede in preda alla peste la loro vita.
​Colpì ogni primogenito in Egitto, *
   nelle tende di Cam la primizia del loro vigore.
1 ant.
Il Signore ci ha liberato
          dalla mano dell’oppressore, alleluia.
2 ant.
Dio ci ha condotti alla nostra terra,
           al monte dove appare la sua santità, alleluia.
V    (52-64)
Fece partire come gregge il suo popolo *
   e li guidò come branchi nel deserto.
Li condusse sicuri e senza paura *
   e i loro nemici li sommerse il mare.
​Li fece salire al suo luogo santo, *
   al monte conquistato dalla sua destra.
Scacciò davanti a loro i popoli †
   e sulla loro eredità gettò la sorte, *
   facendo dimorare nelle loro tende
     le tribù di Israele.
​Ma ancora lo tentarono, †
   si ribellarono a Dio, l’Altissimo, *
   non obbedirono ai suoi comandi.
​Sviati, lo tradirono come i loro padri *
   fallirono come un arco allentato.
Lo provocarono con le loro alture *
   e con i loro idoli lo resero geloso.
​Dio, all’udire, ne fu irritato *
   e respinse duramente Israele.
Abbandonò la dimora di Silo, *
   la tenda che abitava tra gli uomini.
​Consegnò in schiavitù la sua forza, *
   la sua gloria in potere del nemico.
Diede il suo popolo in preda alla spada *
   e contro la sua eredità si accese d’ira.
​Il fuoco divorò il fiore dei suoi giovani, *
   le sue vergini non ebbero canti nuziali.
I suoi sacerdoti caddero di spada *
   e le loro vedove non fecero lamento.
2 ant.
Dio ci ha condotti alla nostra terra,
           al monte dove appare la sua santità, alleluia.
3 ant.
Elesse la tribù di Giuda
           e scelse Davide suo servo
           per guidare Israele, suo popolo, alleluia.
VI    (65-72)
​Ma poi il Signore si destò come da un sonno, *
   come un prode assopito dal vino.
Colpì alle spalle i suoi nemici, *
   inflisse loro una vergogna eterna.
Ripudiò le tende di Giuseppe, *
   non scelse la tribù di Èfraim;
ma elesse la tribù di Giuda, *
   il monte Sion che egli ama.
​Costruì il suo tempio alto come il cielo *
   e come la terra stabile per sempre.
Egli scelse Davide suo servo *
   e lo trasse dagli ovili delle pecore.
​Lo chiamò dal seguito delle pecore madri †
   per pascere Giacobbe suo popolo, *
   la sua eredità Israele.
​Fu per loro pastore dal cuore integro *
   e li guidò con mano sapiente.
3 ant.
Elesse la tribù di Giuda
           e scelse Davide suo servo
           per guidare Israele, suo popolo, alleluia.
V.
Dio ci ha fatto rinascere a una speranza viva, alleluia.
​R.
in Cristo risorto dai morti, alleluia.
PRIMA LETTURA

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni, apostolo
18, 1-20

La caduta di Babilonia
     
   Io, Giovanni, vidi un altro angelo discendere dal cielo con grande potere e la terra fu illuminata dal suo splendore. Gridò a gran voce:
«È caduta, è caduta
Babilonia la grande
ed è diventata covo di demòni,
carcere di ogni spirito immondo,
carcere d’ogni uccello impuro e aborrito
e carcere di ogni bestia immonda e aborrita.
Perché tutte le nazioni hanno bevuto del vino
della sua sfrenata prostituzione,
i re della terra si sono prostituiti con essa
e i mercanti della terra si sono arricchiti
del suo lusso sfrenato».
     Poi udii un’altra voce dal cielo:
«Uscite, popolo mio, da Babilonia
per non associarvi ai suoi peccati
e non ricevere parte
dei suoi flagelli.
Perché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo
e Dio si è ricordato delle sue iniquità.
Pagatela con la sua stessa moneta,
retribuitele il doppio dei suoi misfatti.
Versatele doppia misura nella coppa con cui mesceva.
Tutto ciò che ha speso per la sua gloria e il suo lusso,
restituiteglielo in tanto tormento e afflizione.
Poiché diceva in cuor suo:
Io seggo regina,
vedova non sono e lutto non vedrò;
per questo, in un solo giorno,
verranno su di lei questi flagelli:
morte, lutto e fame;
sarà bruciata dal fuoco,
poiché potente Signore è Dio
che l’ha condannata».
     I re della terra che si sono prostituiti e han vissuto nel fasto con essa piangeranno e si lamenteranno a causa di lei, quando vedranno il fumo del suo incendio, tenendosi a distanza per paura dei suoi tormenti e diranno:
«Guai, guai, immensa città,
Babilonia, possente città;
in un’ora sola è giunta la tua condanna!».
     ​Anche i mercanti della terra piangono e gemono su di lei, perché nessuno compera più le loro merci: carichi d’oro, d’argento e di pietre preziose, di perle, di lino, di porpora, di seta e di scarlatto; legni profumati di ogni specie, oggetti d’avorio, di legno, di bronzo, di ferro, di marmo; cinnamòmo, amòmo, profumi, unguento, incenso, vino, olio, fior di farina, frumento, bestiame, greggi, cavalli, cocchi, schiavi e vite umane.
«I frutti che ti piacevano tanto,
tutto quel lusso e quello splendore
sono perduti per te,
mai più potranno trovarli».
     I mercanti divenuti ricchi per essa, si terranno a distanza per timore dei suoi tormenti; piangendo e gemendo, diranno:
«Guai, guai, immensa città,
tutta ammantata di bisso,
di porpora e di scarlatto,
adorna d’oro,
di pietre preziose e di perle!
In un’ora sola
è andata dispersa sì grande ricchezza!».
     Tutti i comandanti di navi e l’intera ciurma, i naviganti e quanti commerciano per mare se ne stanno a distanza, e gridano guardando il fumo del suo incendio: «Quale città fu mai somigliante all’immensa città?». Gettandosi sul capo la polvere gridano, piangono e gemono:
«Guai, guai, immensa città,
del cui lusso arricchirono
quanti avevano navi sul mare!
In un’ora sola fu ridotta a un deserto!
Esulta, o cielo, su di essa,
e voi, santi, apostoli, profeti,
perché condannando Babilonia
Dio vi ha reso giustizia!».
 
RESPONSORIO  Cfr. Is 52, 11. 12; Ap 18, 4; Ger 51, 45
R.
Uscite da Babilonia, purificatevi, voi che portate
gli arredi del Signore, perché davanti a voi cammina
il Signore:
*
egli raduna il suo popolo, alleluia.
​V.
Uscite, popolo mio, da Babilonia; ognuno salvi la
vita dall’ira ardente del Signore:
​R.
egli raduna il suo popolo, alleluia.
SECONDA LETTURA
Dal «Commento sulla lettera ai Romani» di san Cirillo
d’Alessandria, vescovo
(Cap. 15, 7; PG 74, 854-855)
Il mondo intero è stato salvato
per la clemenza superna estesa a tutti
   In molti formiamo un solo corpo e siamo membra gli uni degli altri, stringendoci Cristo nell’unità con il legame della carità, come sta scritto: «Egli è colui che ha fatto di due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, annullando la legge fatta di prescrizioni e di decreti» (Ef 2, 14). Bisogna dunque che tutti abbiamo gli stessi sentimenti. Se un membro soffre, tutte le membra ne soffrano e se un membro viene onorato, tutte le membra gioiscano.
   «Perciò accoglietevi», dice, «gli uni gli altri, come Cristo accolse voi per la gloria di Dio» (Rm 15, 7). Ci accoglieremo vicendevolmente se cercheremo di aver gli stessi sentimenti, sopportando l’uno il peso dell’altro e conservando «l’unità dello spirito nel vincolo della pace» (Ef 4, 3). Allo stesso modo Dio ha accolto anche noi in Cristo. Infatti è veritiero colui che disse: Dio ha tanto amato il mondo da dare per noi il Figlio suo (cfr. Gv 3, 16).
   Cristo fu sacrificato per la vita di tutti e tutti siamo stati trasferiti dalla morte alla vita e redenti dalla morte e dal peccato.
   Cristo si è fatto ministro dei circoncisi per dimostrare la fedeltà di Dio. Infatti Dio aveva promesso ai progenitori degli Ebrei che avrebbe benedetto la loro discendenza e l’avrebbe moltiplicata come le stelle del cielo. Per questo Dio, il Verbo che crea e conserva ogni cosa creata e dà a tutti la sua salvezza divina, si fece uomo e apparve visibilmente come tale. Venne in questo mondo nella carne non per farsi servire, ma piuttosto, come dice egli stesso, per servire e dare la sua vita a redenzione di tutti.
   Asserì con forza di essere venuto appositamente per adempire le promesse fatte a Israele. Disse infatti: «Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele» (Mt 15, 24). Con tutta verità Paolo dice che Cristo fu ministro dei circoncisi per ratificare le promesse fatte ai padri. L’Unigenito fu sacrificato da Dio Padre perché i pagani ottenessero misericordia e lo glorificassero come creatore e pastore di tutti, salvatore e redentore. La clemenza superna fu dunque estesa a tutti anche ai pagani e così il mistero della sapienza in Cristo non fallì il suo scopo di bontà. Al posto di coloro che erano decaduti, fu salvato, per la misericordia di Dio, il mondo intero!
 
RESPONSORIO                                           At 13, 46-47

R.
Era necessario che fosse annunziata a voi per
primi la parola di Dio: ma poiché la respingete e non vi
giudicate degni della vita eterna,
*
ecco noi ci rivolgiamo
ai pagani, alleluia.

V.
Così infatti ci ha ordinato il Signore: Io ti ho
posto come luce alle genti,

R.
ecco noi ci rivolgiamo ai pagani, alleluia.
ORAZIONE
​     O Dio onnipotente ed eterno, rendi sempre operante in noi il mistero della Pasqua, perché, nati a nuova vita nel battesimo, con la tua protezione possiamo portare molto frutto e giungere alla pienezza della gioia eterna. Per il nostro Signore.
   
       Benediciamo il Signore.

       R.
Rendiamo grazie a Dio.