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domenica 10 Marzo 2019

Ufficio delle letture

I DOMENICA DI QUARESIMA  - I SETTIMANA DEL SALTERIO
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V.
O Dio, vieni a salvarmi

R.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen.
Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.
INNO
Protési alla gioia pasquale,
sulle orme di Cristo Signore
seguiamo l’austero cammino
della santa Quaresima.
​La legge e i profeti annunziarono
dei quaranta giorni il mistero;
Gesù consacrò nel deserto
questo tempo di grazia.
Sia parca e frugale la mensa,
sia sobria la lingua ed il cuore;
fratelli, è tempo di ascoltare
la voce dello Spirito.
​Forti nella fede vigiliamo
contro le insidie del nemico:
ai servi fedeli è promessa
la corona di gloria.
Sia lode al Padre onnipotente,
al Figlio Gesù redentore,
allo Spirito Santo Amore
nei secoli dei secoli. Amen.
​Oppure:
Nell’Ufficio domenicale:
Ex more docti mystico
servémus abstinéntiam,
deno diérum círculo
ducto quater notíssimo.
Lex et prophétæ prímitus
hanc prætulérunt, póstmodum
Christus sacrávit, ómnium
rex atque factor témporum.
​Utámur ergo párcius
verbis, cibis et pótibus,
somno, iocis et árctius
perstémus in custódia.
​Vitémus autem péssima
quæ súbruunt mentes vagas,
nullúmque demus cállido
hosti locum tyránnidis.
Præsta, beáta Trínitas,
concéde, simplex Unitas,
ut fructuósa sint tuis
hæc parcitátis múnera. Amen.
​Nell’Ufficio feriale:
Nunc tempus acceptábile
fulget datum divínitus,
ut sanet orbem lánguidum
medéla parsimóniæ.
​Christi decóro lúmine
dies salútis émicat,
dum corda culpis sáucia
refórmat abstinéntia.
Hanc mente nos et córpore,
Deus, tenére pérfice,
ut appetámus próspero
perénne pascha tránsitu.
​Te rerum univérsitas,
clemens, adóret, Trínitas,
et nos novi per véniam
novum canámus cánticum. Amen.
1 ant.
L’albero della vita si è manifestato
          nella croce del Signore.
SALMO 1    Le due vie dell'uomo

Beati coloro che, sperando nella croce, scesero nell’acqua
del battesimo
(da un autore del II secolo)
.
Beato l’uomo che non segue il consiglio degli empi, †
   non indugia nella via dei peccatori *
   e non siede in compagnia degli stolti;
ma si compiace della legge del Signore, *
   la sua legge medita giorno e notte.
Sarà come albero piantato lungo corsi d’acqua, *
   che darà frutto a suo tempo
e le sue foglie non cadranno mai; *
   riusciranno tutte le sue opere.
Non così, non così gli empi: *
   ma come pula che il vento disperde;
perciò non reggeranno gli empi nel giudizio, *
   né i peccatori nell’assemblea dei giusti.
Il Signore veglia sul cammino dei giusti, *
   ma la via degli empi andrà in rovina.
1 ant.
L’albero della vita si è manifestato
          nella croce del Signore.
2 ant.
Parola di Dio al suo Cristo:
          Io ti ho costituito re su tutti i popoli.
SALMO 2    Il Messia, Re vittorioso
I capi di questa città si radunarono insieme, contro il tuo
santo servo Gesù, che tu hai consacrato Messia
(At 4, 27).
Perché le genti congiurano, *
   perché invano cospirano i popoli?
Insorgono i re della terra †
   e i principi congiurano insieme *
   contro il Signore e contro il suo Messia:
«Spezziamo le loro catene, *
   gettiamo via i loro legami».
Se ne ride chi abita i cieli, *
   li schernisce dall’alto il Signore.
Egli parla loro con ira, *
   li spaventa nel suo sdegno:
«Io l’ho costituito mio sovrano *
   sul Sion mio santo monte».
Annunzierò il decreto del Signore. †
   Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio, *
   io oggi ti ho generato.
Chiedi a me, ti darò in possesso le genti *
   e in dominio i confini della terra.
Le spezzerai con scettro di ferro, *
   come vasi di argilla le frantumerai».
E ora, sovrani, siate saggi, *
   istruitevi, giudici della terra;
servite Dio con timore *
   e con tremore esultate;
che non si sdegni *
   e voi perdiate la via.
Improvvisa divampa la sua ira. *
   Beato chi in lui si rifugia.
2 ant.
Parola di Dio al suo Cristo:
          Io ti ho costituito re su tutti i popoli.
3 ant.
Tu sei la mia difesa, Signore,
           tu sei la mia gloria.
SALMO 3    Il Signore mi sostiene
Cristo si è addormentato nella morte e si è risvegliato
nella risurrezione, perché Dio lo sosteneva
(sant’Ireneo).
Signore, quanti sono i miei oppressori! *
   Molti contro di me insorgono.
Molti di me vanno dicendo: *
   «Neppure Dio lo salva!».
Ma tu, Signore, sei mia difesa, *
   tu sei mia gloria e sollevi il mio capo.
Al Signore innalzo la mia voce *
   e mi risponde dal suo monte santo.
Io mi corico e mi addormento, *
   mi sveglio perché il Signore mi sostiene.
Non temo la moltitudine di genti †
   che contro di me si accampano. *
   Sorgi, Signore, salvami, Dio mio.
Hai colpito sulla guancia i miei nemici, *
   hai spezzato i denti ai peccatori.
Del Signore è la salvezza: *
   sul tuo popolo la tua benedizione.
3 ant.
Tu sei la mia difesa, Signore,
           tu sei la mia gloria.
V.
Non di solo pane vive l’uomo,

R.
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
PRIMA LETTURA

​Dal libro dell’Esodo
5, 1 – 6, 1
Il faraone opprime più duramente
il popolo d’Israele
   Un giorno Mosè e Aronne vennero dal faraone e gli annunziarono: «Dice il Signore, il Dio d’Israele: Lascia partire il mio popolo perché mi celebri una festa nel deserto!». Il faraone rispose: «Chi è il Signore, perché io debba ascoltare la sua voce per lasciar partire Israele? Non conosco il Signore e neppure lascerò partire Israele!». Risposero: «Il Dio degli Ebrei si è presentato a noi. Ci sia dunque concesso di partire per un viaggio di tre giorni nel deserto e celebrare un sacrificio al Signore, nostro Dio, perché non ci colpisca di peste o di spada!». Il re di Egitto disse loro: «Perché, Mosè e Aronne, distogliete il popolo dai suoi lavori? Tornate ai vostri lavori!». Il faraone aggiunse: «Ecco, ora sono numerosi più del popolo del paese, voi li vorreste far cessare dai lavori forzati!». In quel giorno il faraone diede questi ordini ai sorveglianti del popolo e ai suoi scribi: «Non darete più la paglia al popolo per fabbricare i mattoni come facevate prima. Si procureranno da sé la paglia. Però voi dovete esigere il numero di mattoni che facevano prima, senza ridurlo. Perché sono fannulloni; per questo protestano: Vogliamo partire, dobbiamo sacrificare al nostro Dio! Pesi dunque il lavoro su questi uomini e vi si trovino impegnati; non diano retta a parole false!».
   I sorveglianti del popolo e gli scribi uscirono e parlarono al popolo: «Ha ordinato il faraone: Io non vi do più la paglia. Voi stessi andate a procurarvela dove ne troverete, ma non diminuisca il vostro lavoro».
   Il popolo si disperse in tutto il paese d’Egitto a raccattare stoppie da usare come paglia. Ma i sorveglianti li sollecitavano dicendo: «Porterete a termine il vostro lavoro; ogni giorno il quantitativo giornaliero, come quando vi era la paglia». Bastonarono gli scribi degli Israeliti, quelli che i sorveglianti del faraone avevano costituiti loro capi, dicendo: «Perché non avete portato a termine anche ieri e oggi, come prima, il vostro numero di mattoni?». Allora gli scribi degli Israeliti vennero dal faraone a reclamare, dicendo: «Perché tratti così i tuoi servi? Paglia non vien data ai tuoi servi, ma i mattoni – ci si dice – fateli! Ed ecco i tuoi servi sono bastonati e la colpa è del tuo popolo!». Rispose: «Fannulloni siete, fannulloni! Per questo dite: Vogliamo partire, dobbiamo sacrificare al Signore. Ora andate, lavorate! Non vi sarà data paglia, ma voi darete lo stesso numero di mattoni».
   Gli scribi degli Israeliti si videro ridotti a mal partito, quando fu loro detto: «Non diminuirete affatto il numero giornaliero dei mattoni». Quando, uscendo dalla presenza del faraone, incontrarono Mosè e Aronne che stavano ad aspettarli, dissero loro: «Il Signore proceda contro di voi e giudichi; perché ci avete resi odiosi agli occhi del faraone e agli occhi dei suoi ministri, mettendo loro in mano la spada per ucciderci!».
   Allora Mosè si rivolse al Signore e disse: «Mio Signore, perché hai maltrattato questo popolo? Perché dunque mi hai inviato? Da quando sono venuto dal faraone per parlargli in tuo nome, egli ha fatto del male a questo popolo e tu non hai per nulla liberato il tuo popolo!».
   Il Signore disse a Mosè: «Ora vedrai quello che sto per fare al faraone, con mano potente li lascerà andare, anzi con mano potente li caccerà dal suo paese!».
 
RESPONSORIO                                Cfr. Es 5, 1. 3
R.
Mosè venne dal faraone e gli annunziò la parola
del Signore:
*
Lascia partire il mio popolo, perché
mi celebri una festa nel deserto!

V.
Il Dio degli Ebrei mi ha mandato a te per dirti:

R.
Lascia partire il mio popolo, perché mi celebri
una festa nel deserto!
SECONDA LETTURA

Dal «Commento sui salmi» di sant’Agostino, vescovo
(Sal 60, 2-3; CCL 39, 766)

​In Cristo siamo stati tentati
e in lui abbiamo vinto il diavolo
   «Ascolta, o Dio, il mio grido, sii attento alla mia preghiera» (Sal 60, 1). Chi è colui che parla? Sembrerebbe una persona sola. Ma osserva bene se si tratta davvero di una persona sola. Dice infatti: «Dai confini della terra io t’invoco; mentre il mio cuore è angosciato» (Sal 60, 2).
   Dunque non si tratta già di un solo individuo: ma, in tanto sembra uno, in quanto uno solo è Cristo, di cui noi tutti siamo membra. Una persona sola, infatti, come potrebbe gridare dai confini della terra? Dai confini della terra non grida se non quella eredità, di cui fu detto al Figlio stesso: «Chiedi a me, ti darò in possesso le genti e in dominio i confini della terra» (Sal 2, 8).
   Dunque, è questo possesso di Cristo, quest’eredità di Cristo, questo corpo di Cristo, quest’unica Chiesa di Cristo, quest’unità, che noi tutti formiamo e siamo, che grida dai confini della terra.
   E che cosa grida? Quanto ho detto sopra: «Ascolta, o Dio, il mio grido, sii attento alla mia preghiera; dai confini della terra io t’invoco». Cioè, quanto ho gridato a te, l’ho gridato dai confini della terra: ossia da ogni luogo.
   Ma, perché ho gridato questo? Perché il mio cuore è in angoscia. Mostra di trovarsi fra tutte le genti, su tutta la terra non in grande gloria, ma in mezzo a grandi prove.
   Infatti la nostra vita in questo pellegrinaggio non può essere esente da prove e il nostro progresso si compie attraverso la tentazione. Nessuno può conoscere se stesso, se non è tentato, né può essere coronato senza aver vinto, né può vincere senza combattere; ma il combattimento suppone un nemico, una prova.
   Pertanto si trova in angoscia colui che grida dai confini della terra, ma tuttavia non viene abbandonato. Poiché il Signore volle prefigurare noi, che siamo il suo corpo mistico, nelle vicende del suo corpo reale, nel quale egli morì, risuscitò e salì al cielo. In tal modo anche le membra possono sperare di giungere là dove il Capo le ha precedute.
   Dunque egli ci ha come trasfigurati in sé, quando volle essere tentato da Satana. Leggevamo ora nel vangelo che il Signore Gesù era tentato dal diavolo nel deserto. Precisamente Cristo fu tentato dal diavolo, ma in Cristo eri tentato anche tu. Perché Cristo prese da te la sua carne, ma da sé la tua salvezza, da te la morte, da sé la tua vita, da te l’umiliazione, da sé la tua gloria, dunque prese da te la sua tentazione, da sé la tua vittoria.
   Se siamo stati tentati in lui, sarà proprio in lui che vinceremo il diavolo. Tu fermi la tua attenzione al fatto che Cristo fu tentato; perché non consideri che egli ha anche vinto? Fosti tu ad essere tentato in lui, ma riconosci anche che in lui tu sei vincitore. Egli avrebbe potuto tener lontano da sé il diavolo; ma, se non si fosse lasciato tentare, non ti avrebbe insegnato a vincere, quando sei tentato.
 
RESPONSORIO                      Cfr. Ger 1, 19; 39, 18
R.
Ti faranno guerra ma non ti vinceranno:
*
io sono
con te per salvarti, dice il Signore.

V.
Non cadrai di spada, ma ti sarà conservata la vita,

R.
io sono con te per salvarti, dice il Signore.
ORAZIONE
   O Dio, nostro Padre, con la celebrazione di questa Quaresima, segno sacramentale della nostra conversione, concedi a noi tuoi fedeli di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo e di testimoniarlo con una degna condotta di vita. Per il nostro Signore.
       Benediciamo il Signore.

       R.
Rendiamo grazie a Dio.