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domenica 21 Gennaio 2018

Ufficio delle letture

III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - III SETTIMANA DEL SALTERIO
Grandezza Testo A A A
V.
O Dio, vieni a salvarmi

R.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.
INNO
Splende nel giorno ottavo
l’era nuova del mondo,
consacrata da Cristo,
primizia dei risorti.
O Gesù, re di gloria,
unisci i tuoi fedeli
al trionfo pasquale
sul male e sulla morte.
Fa’ che un giorno veniamo
incontro a te, Signore,
sulle nubi del cielo
nel regno dei beati.
Trasformàti a tua immagine,
noi vedremo il tuo volto;
e sarà gioia piena
nei secoli dei secoli. Amen.
1 ant.
Ogni giorno ti lodo e benedico, alleluia.
SALMO 144    Lode alla Maestà divina
Imperscrutabili sono le ricchezze di Cristo. Si manifesta
per mezzo della Chiesa la multiforme sapienza di Dio,
secondo il disegno eterno che ha attuato in Cristo
nostro Signore
(cfr. Ef 3, 8-11).
 
I    (1-9)
O Dio, mio re, voglio esaltarti *
   e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Ti voglio benedire ogni giorno, *
   lodare il tuo nome in eterno e per sempre.
Grande è il Signore *
   e degno di ogni lode,
la sua grandezza *
   non si può misurare.
Una generazione narra all’altra le tue opere, *
   annunzia le tue meraviglie.
Proclamano lo splendore della tua gloria *
   e raccontano i tuoi prodigi.
​Dicono la stupenda tua potenza *
   e parlano della tua grandezza.
Diffondono il ricordo della tua bontà immensa, *
   acclamano la tua giustizia.
Paziente e misericordioso è il Signore, *
   lento all’ira e ricco di grazia.
Buono è il Signore verso tutti, *
   la sua tenerezza si espande su tutte le creature.
1 ant.
Ogni giorno ti lodo e benedico, alleluia.
2 ant.
Il tuo regno
          è regno di tutti i secoli, alleluia.
II    (10-13)
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere *
   e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno *
   e parlino della tua potenza,
​per manifestare agli uomini i tuoi prodigi *
   e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è regno di tutti i secoli, *
   il tuo dominio si estende ad ogni generazione.
2 ant.
Il tuo regno
          è regno di tutti i secoli, alleluia.
3 ant.
Fedeltà in tutte le parole del Signore,
          amore in tutte le sue opere, alleluia.
III    (14-21)
​Fedele è il Signore in tutte le sue parole, *
   santo in tutte le sue opere.
Il Signore sostiene quelli che vacillano *
   e rialza chiunque è caduto.
Gli occhi di tutti sono rivolti a te in attesa *
   e tu provvedi loro il cibo a suo tempo.
Tu apri la tua mano *
   e sazi la fame di ogni vivente.
Giusto è il Signore in tutte le sue vie, *
   santo in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a quanti lo invocano, *
   a quanti lo cercano con cuore sincero.
Appaga il desiderio di quelli che lo temono, *
   ascolta il loro grido e li salva.
Il Signore protegge quanti lo amano, *
   ma disperde tutti gli empi.
​Canti la mia bocca *
   la lode del Signore.
Ogni vivente benedica il suo nome santo, *
   in eterno e sempre.
3 ant.
Fedeltà in tutte le parole del Signore,
          amore in tutte le sue opere, alleluia.
V.
Ascolta, figlio, le mie parole,

R.
porgi l’orecchio al mio discorso.
PRIMA LETTURA

Dal libro del Deuteronomio
18, 1-22

I leviti. I veri e i falsi profeti
   In quei giorni Mosè parlò al popolo dicendo: «I sacerdoti leviti, tutta la tribù di Levi, non avranno parte né eredità insieme con Israele; vivranno dei sacrifici consumati dal fuoco per il Signore, e della sua eredità. Non avranno alcuna eredità tra i loro fratelli; il Signore è la loro eredità, come ha loro promesso. Questo sarà il diritto dei sacerdoti sul popolo, su quelli che offriranno come sacrificio un capo di bestiame grosso o minuto: essi daranno al sacerdote la spalla, le due mascelle e lo stomaco. Gli darai le primizie del tuo frumento, del tuo mosto e del tuo olio e le primizie della tosatura delle tue pecore; perché il Signore tuo Dio l’ha scelto fra tutte le tue tribù, affinché attenda al servizio nel nome del Signore, lui e i suoi figli sempre. Se un levita, abbandonando qualunque città dove soggiorna in Israele, verrà, seguendo il suo desiderio, al luogo che il Signore avrà scelto e farà il servizio nel nome del Signore tuo Dio, come tutti i suoi fratelli leviti che stanno là davanti al Signore, egli riceverà per il suo mantenimento una parte uguale a quella degli altri, senza contare il ricavo dalla vendita della sua casa paterna.
   Quando sarai entrato nel paese che il Signore tuo Dio sta per darti, non imparerai a commettere gli abomini delle nazioni che vi abitano. Non si trovi in mezzo a te chi immola, facendoli passare per il fuoco, il suo figlio o la sua figlia, né chi eserciti la divinazione o il sortilegio o l’augurio o la magia; né chi faccia incantesimi, né chi consulti gli spiriti o gli indovini, né chi interroghi i morti, perché chiunque fa queste cose è in abominio al Signore; a causa di questi abomini, il Signore tuo Dio sta per scacciare quelle nazioni davanti a te. Tu sarai irreprensibile verso il Signore tuo Dio, perché le nazioni, di cui tu vai ad occupare il paese, ascoltano gli indovini e gli incantatori, ma, quanto a te, non così ti ha permesso il Signore tuo Dio.
   Il Signore tuo Dio susciterà per te, in mezzo a te, fra i tuoi fratelli, un profeta pari a me; a lui darete ascolto. Avrai così quanto hai chiesto al Signore tuo Dio, sull’Oreb, il giorno dell’assemblea, dicendo: Che io non oda più la voce del Signore mio Dio e non veda più questo grande fuoco, perché non muoia. Il Signore mi rispose: Quello che hanno detto, va bene; io susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò. Se qualcuno non ascolterà le parole, che egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto. Ma il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho comandato di dire, o che parlerà in nome di altri dèi, quel profeta dovrà morire. Se tu pensi: Come riconosceremo la parola che il Signore non ha detta? Quando il profeta parlerà in nome del Signore e la cosa non accadrà e non si realizzerà, quella parola non l’ha detta il Signore; l’ha detta il profeta per presunzione: di lui non devi aver paura».
 
RESPONSORIO      Cfr. Dt 18, 18; Lc 20, 13; Gv 6, 14
R.
Susciterò per loro un profeta e gli porrò in bocca
le mie parole.
*
Egli dirà loro quanto io gli ho
comandato.

V.
Manderò il mio unico figlio: questi è davvero il
profeta che deve venire nel mondo!

R.
Egli dirà loro quanto io gli ho comandato.
SECONDA LETTURA

Dalla Costituzione «Sacrosanctum Concilium» del Concilio ecumenico Vaticano II sulla sacra Liturgia

(Nn. 7-8. 106)

​Cristo è sempre presente nella sua Chiesa
   Cristo è sempre presente nella sua Chiesa, e soprattutto nelle azioni liturgiche. È presente nel sacrificio della Messa tanto nella persona del ministro, «Egli che, offertosi una volta sulla croce, offre ancora se stesso per il ministero dei sacerdoti», tanto, e in sommo grado, sotto le specie eucaristiche. È presente con la sua virtù nei sacramenti, di modo che quando uno battezza è Cristo che battezza. È presente nella sua parola, giacché è lui che parla quando nella Chiesa si legge la Sacra Scrittura. È presente infine quando la Chiesa prega e canta i salmi, lui che ha promesso: «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, là sono io, in mezzo a loro» (Mt 18, 20).
   In quest’opera così grande, con la quale viene resa a Dio una gloria perfetta e gli uomini vengono santificati, Cristo associa sempre a sé la Chiesa, sua sposa amatissima, la quale lo prega come suo Signore e per mezzo di lui rende il culto all’Eterno Padre.
   Giustamente perciò la Liturgia è ritenuta come l’esercizio del sacerdozio di Gesù Cristo; in essa, per mezzo di segni sensibili, viene significata e, in modo ad essi proprio, realizzata la santificazione dell’uomo, e viene esercitato dal Corpo mistico di Gesù Cristo, cioè dal Capo e dalle sue membra, il culto pubblico e integrale.
   Perciò ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo sacerdote e del suo Corpo, che è la Chiesa, è azione sacra per eccellenza, e nessun’altra azione della Chiesa, allo stesso titolo e allo stesso grado, ne uguaglia l’efficacia.
   Nella Liturgia terrena noi partecipiamo, pregustandola, a quella celeste, che viene celebrata nella santa città di Gerusalemme, verso la quale tendiamo come pellegrini e dove il Cristo siede alla destra di Dio quale ministro del santuario e del vero tabernacolo. Insieme con la moltitudine dei cori celesti cantiamo al Signore l’inno di gloria; ricordando con venerazione i santi, speriamo di condividere in qualche misura la loro condizione e aspettiamo, quale salvatore, il Signore nostro Gesù Cristo, fino a quando egli apparirà, nostra vita, e noi appariremo con lui nella gloria.
   Secondo la tradizione apostolica, che ha origine dallo stesso giorno della risurrezione di Cristo, la Chiesa celebra il mistero pasquale ogni otto giorni, in quello che si chiama giustamente «giorno del Signore» o «domenica». In questo giorno infatti i fedeli devono riunirsi in assemblea per ascoltare la parola di Dio e partecipare all’Eucaristia, e così far memoria della passione, della risurrezione e della gloria del Signore Gesù e rendere grazie a Dio che li «ha rigenerati nella speranza viva della risurrezione di Gesù Cristo dai morti» (1 Pt 1, 3). La domenica è dunque la festa primordiale che dev’essere proposta e inculcata alla pietà dei fedeli, in modo che risulti anche giorno di gioia e di riposo dal lavoro. Non le vengano anteposte altre celebrazioni, a meno che siano di grandissima importanza, perché la domenica è il fondamento e il nucleo di tutto l’anno liturgico.
 
RESPONSORIO        Sant’Agost., Enarr. in ps. 85, 1
R.
Nostro sacerdote, Cristo prega per noi; nostro
capo, egli prega in noi; nostro Dio, noi lo preghiamo;

*
riconosciamo in lui le nostre voci, e la sua voce in
noi.

V.
Quando parliamo a Dio nella preghiera, non
separiamo da essa il Figlio:

R.
riconosciamo in lui le nostre voci, e la sua voce in
noi.
INNO Te Deum
Noi ti lodiamo, Dio, *
   ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
   tutta la terra ti adora.
A te cantano gli angeli *
   e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
   il Signore Dio dell'universo.
I cieli e la terra *
   sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
   e la candida schiera dei martiri;
le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
   la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico Figlio, *
   e lo Spirito Santo Paraclito.
O Cristo, re della gloria, *
   eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
   per la salvezza dell'uomo.
Vincitore della morte, *
   hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
   Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
Soccorri i tuoi figli, Signore, *
   che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
   nell'assemblea dei santi.
*
Salva il tuo popolo, Signore, *
   guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
   lodiamo il tuo nome per sempre.
Degnati oggi, Signore, *
   di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
   in te abbiamo sperato.
Pietà di noi, Signore, *
   pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *
   non saremo confusi in eterno.
Oppure
Te Deum laudámus: * te Dóminum confitémur.
Te ætérnum Patrem, * omnis terra venerátur.
Tibi omnes ángeli, *
   tibi cæli et univérsæ potestátes:
tibi chérubim et séraphim *
   incessábili voce proclámant:
Sanctus, * Sanctus, * Sanctus *
   Dóminus Deus Sábaoth.
Pleni sunt cæli et terra * maiestátis glóriæ tuæ.
Te gloriósus * Apostolórum chorus,
te prophetárum * laudábilis númerus,
te mártyrum candidátus * laudat exércitus.
Te per orbem terrárum *
   sancta confitétur Ecclésia,
Patrem * imménsæ maiestátis;
venerándum tuum verum * et únicum Fílium;
Sanctum quoque * Paráclitum Spiritum.
Tu rex glóriæ, * Christe.
Tu Patris * sempitérnus es Fílius.
Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem, *
   non horruisti Vírginis úterum.
Tu, devícto mortis acúleo, *
   aperuísti credéntibus regna cælórum.
Tu ad déxteram Dei sedes, * in glória Patris.
Iudex créderis * esse ventúrus.
Te ergo, quæsumus, tuis fámulis súbveni, *
   quos pretióso sánguine redemísti.
Ætérna fac cum sanctis tuis * in glória numerári.
*
Salvum fac pópulum tuum, Dómine, *
   et bénedic hereditáti tuæ.
Et rege eos, * et extólle illos usque in ætérnum.
Per singulos dies * benedícimus te;
et laudámus nomen tuum in sæculum, *
   et in sæculum sæculi.
Dignáre, Dómine, die isto *
   sine peccáto nos custodíre.
Miserére nostri, Dómine, * miserére nostri.
Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, *
   quemádmodum sperávimus in te.
In te, Dómine, sperávi: *
   non confúndar in ætérnum.
* Quest’ultima parte dell’inno si può omettere.
ORAZIONE
   O Dio onnipotente ed eterno, guida i nostri atti
secondo la tua volontà, perché nel nome del tuo
diletto Figlio portiamo frutti generosi di opere buone.
Per il nostro Signore.
       Benediciamo il Signore.

       R.
Rendiamo grazie a Dio.