Oggi in Italia sono presenti oltre 5 milioni di persone di 198 nazionalità diverse. Le dimensioni del fenomeno migratorio rendono indispensabile coniugare salute e migrazioni in vista dei processi di integrazione e di costruzione del bene comune. La coscienza dei credenti non può restare indifferente rispetto alle persone in condizione di maggiore fragilità ma è chiamata a farsene carico e a prendersene cura, specialmente in tema di accesso ai servizi, salute mentale e tutela della maternità.
Questi alcuni dei concetti sviluppati dal vescovo Mariano Crociata, Segretario Generale della CEI, che il 14 dicembre a Roma, presso il Centro Congressi di via Aurelia 796, ha aperto il seminario “Salute e Migrazioni. Quale cura per la mobilità?”, organizzato dall’Ufficio Nazionale per la pastorale della sanità e dalla Fondazione Migrantes.
“La cura rende ospitale la città e la città ospitale rende utili e proficui i gesti di cura. L’ascolto, la conoscenza e la prossimità ai bisogni e alle fragilità – ha concluso Crociata – caratterizzano la città ospitale e, d’altra parte, in una città ospitale, ogni cura acquista efficacia più ampia producendo valore aggiunto.”
I lavori del seminario prevedono anche le relazioni di Mara Tognetti dell’Università Milano Bicocca (“Mobilità e accesso alle cure: approccio socio-antropologico”) e di Mario Affronti, Presidente della Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (“Salute e Migrazioni”). Il pomeriggio sarà invece dedicato ad alcuni approfondimenti tematici divisi per gruppi.