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"Il rispetto della vita umana nascente e la dignitą della procreazione"


La Congregazione per la Dottrina della Fede ha pubblicato, il 12 marzo 1987, la « Istruzione su il rispetto della vita umana nascente e la dignità della procreazione ».
La Presidenza della C.E.I., di fronte all´importanza del documento della Congregazione e alla sua risonanza nella comunità cristiana e nell´opinione pubblica, ha ritenuto opportuno offrire immediatamente questo suo primo contributo di presentazione e di orientamento.
 
 
NOTA DELLA PRESIDENZA DELLA C.E.I.
 
1. - Il dono della vita, che Dio Creatore e Padre ha affidato all´uomo, impone a questi di prendere coscienza del suo inestimabile valore e di assumerne la responsabilità ». E´ questo il principio fondamentale che la Congregazione per la Dottrina della Fede pone al centro della riflessione per chiarire e risolvere i problemi morali sollevati dagli interventi artificiali sulla vita nascente e sui processi della procreazione.
2. - Il documento riveste un significato importante anche per il nostro Paese: anche da noi alcuni centri di ricerca e di sperimentazione hanno sviluppato e continuano a sviluppare tecniche di fecondazione in vitro; anche da noi si sono tenuti incontri e convegni di studio sui molteplici problemi, soprattutto giuridici e morali, sollevati dagli interventi artificiali sugli embrioni umani e nell´ambito della procreazione; anche da noi si stanno studiando progetti legislativi destinati a regolamentare la ricerca biomedica in questo campo; anche da noi i mezzi di comunicazione sociale accendono il dibattito culturale su questi argomenti fra la gente, senza dire della presenza in atto di una riflessione morale da parte di filosofi e teologi.
3. - La Conferenza Episcopale Italiana accoglie con gratitudine e condivide integralmente gli insegnamenti del documento. Opererà per diffonderne la conoscenza e per approfondirne il significato; nella certezza di promuovere il vero bene della persona e della famiglia e di favorire uno sviluppo della scienza e della prassi medica rispettoso dei principi umani e morali.
4. - In questa prospettiva sono da richiamare anzitutto due fondamentali verità.
La prima riguarda l´inestimabile valore della vita umana: essa è sacra perché comporta l´azione creatrice di Dio, alla quale partecipano responsabilmente l´uomo e la donna nel matrimonio; essa è inviolabile perché è la persona, cui Dio ha fatto il dono della vita; essa esige rispetto assoluto e incondizionato dal primo all´ultimo istante della sua esistenza. Sono quindi moralmente inaccettabili tutti quegli interventi artificiali che intaccano l´integrità o addirittura la vita degli embrioni e feti umani, come avviene nella sperimentazione ed anche in diverse circostanze che accompagnano e seguono la fecondazione in vitro.
La seconda verità riguarda la procreazione umana e la sua specificità, che non permette di parificarla ad altre forme di riproduzione. Ricordiamo le chiare parole di Giovanni XXIII nell´enciclica Mater et Magistra: La trasmissione della vita umana è affidata dalla natura a un atto personale e cosciente e, come tale, soggetto alle santissime leggi di Dio: leggi immutabili e inviolabili che vanno riconosciute e osservate. E´ per questo che non si possono usare mezzi e seguire metodi che possono essere leciti nella trasmissione della vita delle piante e degli animali ».
Secondo il disegno che Dio ha iscritto nella sessualità dell´uomo e della donna e nella loro relazione, la procreazione è il frutto del matrimonio e dell´atto coniugale, è l´espressione più piena della comunione
di amore e di vita. Deve pertanto avvenire solo nel matrimonio e attraverso l´atto coniugale, quale atto specifico ed esclusivo dei coniugi. La fecondazione artificiale « eterologa », ottenuta mediante il ricorso ai gameti di una terza persona, è quindi moralmente illecita, perché non rispetta l´unità del matrimonio, ed è contraria alla dignità degli sposi oltre che al diritto del figlio.
Anche la fecondazione artificiale « omologa », tra marito e moglie, pur non presentando tutti gli inconvenienti della eterologa e non rivestendo quindi eguale gravità, rimane moralmente illecita. Essa affida la vita e l´identità dell´embrione al potere dei medici e dei biologi e instaura un dominio della tecnica sull´origine e sul destino della persona umana.
5. - Per comprendere la posizione del Magistero della Chiesa occorre non arrestarsi ai risultati che le tecnologie rendono oggi possibili, ma interrogarsi sul significato e sulle conseguenze degli interventi tecnici applicati all´uomo. Il corpo umano infatti non si riduce a un complesso di organi e funzioni; è elemento costitutivo ed essenziale della persona; anzi, è la persona stessa nella sua dimensione visibile.
La manipolazione del corpo umano è quindi manipolazione della persona. Proprio qui stanno l´urgenza storica e la forza profetica di questo documento: occorre salvare la dignità della persona da tutti quegli interventi che, al di là delle apparenze, si situano non nella linea della vera e integrale umanizzazione, bensì in quella della tecnicizzazione disumana e disumanizzante.
6. - Mentre raccomandiamo la lettura dell´Istruzione a tutti i fedeli, come a tutti gli uomini che hanno interesse alle sorti dell´uomo di oggi e di domani, sentiamo di doverci rivolgere in modo particolare ad alcune categorie di persone.
- Agli scienziati e ai medici diciamo: la Chiesa non è affatto contraria né alla ricerca di base né alle applicazioni tecnologiche; essa però non si stanca di ricordare che nella loro concreta realizzazione queste non possono sottrarsi all´ordine etico, se vogliono servire l´uomo e perseguire il suo vero bene. L´amore all´uomo, considerato e rispettato nella sua piena verità, non ostacola bensì stimola il cammino della scienza.
- Ai politici e ai legislatori diciamo: il diritto alla vita di ciascun essere umano e ,la stabilità della famiglia sono elementi fondamentali e irrinunciabili di quel bene comune che costituisce la ragione stessa della società e dell´autorità politica. La gravità dei problemi legati alle nuove tecniche biomediche è una ragione in più per ripensare e riformulare, con sapienza e coraggio, un ordine legale più conforme alle esigenze della legge morale.
- Ai teologi diciamo: le precise indicazioni dell´Istruzione « non intendono arrestare lo sforzo di riflessione, ma piuttosto favorirne un rinnovato impulso, nella fedeltà irrinunciabile alla dottrina della Chiesa ». Preziosa è la vostra opera, chiamati come siete ad approfondire e a rendere sempre più accessibili ai fedeli i contenuti dell´insegnamento del Magistero della Chiesa, alla luce di una valida antropologia e nel contesto del necessario approccio interdisciplinare.
- Alle coppie e alle famiglie afflitte dalla sterilità diciamo: la Chiesa sente come proprie le vostre sofferenze. Vi invita ad avere fiducia nella scienza e nella medicina: come già hanno trovato mezzi e modi per superare in molti casi la sterilità, così apriranno nuove vie per raggiungere lo stesso obiettivo, senza però offendere la dignità della persona e il diritto alla vita di ogni essere umano. Lasciatevi anche interrogare sul disegno di Dio circa la vostra vita: la sterilità fisica può essere un invito a coltivare la fecondità sociale e spirituale nelle sue diverse forme, dall´adozione dei bambini privi di assistenza e di affetto all´impegno nella società e nella comunità cristiana.
 
Roma, 11 marzo 1987 .

PRESIDENZA DELLA CEI