Omelia in occasione dell'apertura del Giubileo di fondazione della Comunità Domenicana di Santa Maria Novella a Firenze

Il 25 marzo è una data davvero significativa per la Chiesa universale, ma anche per la città di Firenze e la comunità dei Domenicani, che – trasferitisi da San Iacopo a Pian di Ripoli ottocento anni fa in questa parte della città di Firenze – custodiscono la meravigliosa Basilica di Santa Maria Novella.
Oggi ricorre la solennità dell’Annunciazione, e alla Vergine Maria è dedicato questo tempio, che da piccola chiesa parrocchiale fuori le mura, già intitolata a Maria, Sancta Maria inter vineas (“fra le vigne”) fu trasformato dai Frati Predicatori in quella che è tra le chiese più belle e importanti di Firenze e d’Italia.
Oggi, poi, è anche il Capodanno fiorentino, e questa ricorrenza civile ricorda che a  Firenze l’inizio dell’anno aveva luogo proprio il 25 marzo, in onore dell’Annunciazione. Quanto doveva essere bello per i cittadini di Firenze porre l’inizio dell’anno sotto il manto e gli auspici della Vergine Maria. Non dimentichiamo che i fiorentini avevano (e hanno) come simbolo della città il giglio, lo stesso fiore che si trova tra le mani dell’Arcangelo Gabriele e che egli offre all’Annunziata, come si vede nella splendida tela di Leonardo, agli Uffizi, o nel bassorilievo del pulpito di Andrea Cavalcanti, in questa Basilica.
Oggi, infine, come sappiamo, si inaugura lo speciale Giubileo per gli ottocento anni di presenza dei Domenicani in questa Basilica.
E proprio in questa meravigliosa chiesa la Vergine Maria è venerata e mirabilmente raffigurata in numerosi modi: attraverso gli episodi della sua vita, negli affreschi del Ghirlandaio della Cappella Tornabuoni; sotto la croce, dipinta come una donna anziana, mentre partecipa alla passione del suo Figlio, nella splendida Trinità del Masaccio; nel paradiso, nell’affresco di Nardo di Cione, dove la Vergine Incoronata si trova alla destra del Cristo, tra quei cieli rappresentati secondo l’ordine della Divina Commedia di Dante Alighieri, l’illustre fiorentino.
Naturalmente, anche la pagina dell’Annunciazione è rappresentata in Santa Maria Novella: nell’affresco della controfacciata; nella Cappella del chiostro, e in quel meraviglioso polittico di Giovanni del Biondo, che ora però è custodito nella Galleria dell’Accademia. Tutte queste splendide immagini ci riportano alla lettura del vangelo di questa solennità, e ci fanno meditare l’inizio della storia della salvezza.
Quando la giovane vergine di Nazaret dice il suo “sì”, la Parola di Dio eterna si fa carne, e l’Onnipotente Signore si avvicina all’umanità, fino a coprire ogni distanza. Ogni volta che anche noi ci chiediamo, insieme alla Vergine Maria «Come è possibile?» (secondo la traduzione del Vangelo precedente al 2008) o «Come avverrà questo?» (Lc 1,34), sentiamo l’Angelo rispondere che «nulla è impossibile a Dio» (1,37). Sappiamo come replicò Maria a queste parole, e lo diciamo con le stesse espressioni della Costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II Lumen gentium: «Adornata fin dal primo istante della sua concezione dagli splendori di una santità del tutto singolare, la Vergine di Nazaret è salutata dall’angelo dell’annunciazione, che parla per ordine di Dio, quale “piena di grazia” (cf. Lc 1,28) e al celeste messaggero essa risponde “Ecco l’ancella del Signore: si faccia in me secondo la tua parola” (Lc 1,38)» (n. 56).
Carissimi padri Predicatori, anche il vostro Ordine ha detto il suo “sì” a Dio, e la vostra presenza centenaria in questa città è essa stessa testimonianza della fede del vostro fondatore, san Domenico, il quale in persona inviò da Bologna alcuni frati perché a Firenze predicassero le parole del Vangelo. La grazia del vostro carisma crebbe al punto che già nel 1288 il Comune accolse la vostra richiesta di aprire una piazza “nuova” (l’attuale piazza di Santa Maria Novella), che fu realizzata in un paio di decenni, e sulla quale furono tenuti per secoli le prediche per l’istruzione del popolo di Dio. Anche il vostro Ordine si inserì, in questo modo, e soprattutto grazie alla teologia del grande Tommaso d’Aquino, nella ricerca di un Umanesimo cristiano e teologico, che si nutre della fede e della ragione, in un intreccio sapiente e fecondo.
Carissimi padri Domenicani, la Chiesa – e la Chiesa italiana, in particolare – vi è molto grata per quanto avete fatto e fate per l’annuncio della Parola di Dio, lo studio della Sacra Scrittura (penso all’importante École Biblique di Gerusalemme), e la ricerca teologica. Lo stesso vostro convento di Santa Maria Novella è stato importantissimo per gli studi teologici, al punto che ospitò uno Studium generale, una vera e propria università, e una preziosa biblioteca.
Queste sacre mura videro anche rivivere, seppur per breve tempo, l’unità perfetta tra la Chiesa di Roma e quella ortodossa, quando al termine del Concilio, detto di Firenze, con il decreto Laetentur coeli il 6 luglio 1439, si giunse alla completa riunificazione tra greci e latini. Qui venne sepolto, nell’unica fede in Cristo, il patriarca Giuseppe II di Costantinopoli.
Carissimi fratelli e sorelle, il pensiero dell’Umanesimo cristiano e di Firenze – città che, come sapete, è a me molto cara – mi permette di tornare al 2015, a quando è stato celebrato nel capoluogo toscano il quinto Convegno ecclesiale nazionale, intitolato “In Gesù Cristo un nuovo umanesimo”.
È da questa basilica, come anche da altre tre basiliche della città (Santa Croce, Santo Spirito, Santissima Annunziata), che il 9 novembre prese l’avvio quell’importante evento sinodale al quale il Santo Padre ci ha chiesto di ritornare idealmente. Ed è nelle mani della Vergine Annunziata, Madre del Redentore Gesù e Madre della Chiesa, che metto, insieme al Cardinale Arcivescovo Giuseppe Betori, e a tutti i miei confratelli Vescovi d’Italia, il cammino sinodale della Chiesa di questo amato paese.
Chiedo a voi, frati Domenicani, che custodite questo luogo di bellezza e di grazia, di accompagnarci con una speciale preghiera, perché il Giubileo che celebrate porti frutti di vita buona per tutti, e porti grazie alle nostre diocesi italiane, che inizieranno presto il loro cammino sinodale.
La Vergine che ha detto il suo «Eccomi, sono la serva del Signore» ci aiuti ad essere anche noi servitori del Vangelo e del Regno di Dio, e protegga questa città e la Chiesa tutta. 

 
Firenze, 25 marzo 2021 

S. Em. Card. Gualtiero Bassetti

25 Marzo 2021

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