Santi Faustino e Giovíta

A cura di Matteo Liut

La fede è strumento per cambiare la società e costruire legami fondati sulla giustizia e la pace: in questo senso chi crede non può esimersi dalla vita politica e sociale, anche se spesso il Vangelo è in contrasto con la rotta presa da chi detenie il potere.
Così fu per i santi Faustino e Giovita, figli di famiglie nobili pagane di Brescia e vissuti a cavallo del I e del II secolo. Entrambi erano cavalieri, ma furono convertiti al Vangelo dal vescovo Apollonio, che ordinò poi Faustino prete e Giovita diacono. Il loro apostolato, però, li pose in collisione con gli esponenti del “potere” cittadino, i quali chiesero al governatore della Rezia, Italico, di condannare i due. Arrestati, Faustino e Giovita si rifiutarono di rinnegare la propria fede e questo li portò al martirio, che avvenne tra il 120 e il 134.
Per la tradizione prima di morire compirono numerosi segni prodigiosi che portarono molti a convertirsi. 
 

Altri Santi

Sant'Onesimo, martire (I sec.); santa Giorgia, vergine (VI sec.).