Testo: D. M. Turoldo Musica: G. M. Rossi Fonte: Edizioni Elledici Uso: Ingresso, Comunione, Liturgia delle Ore. Forma musicale: inno
1. E cielo e terra e mare invocano la nuova luce che sorge sul mondo: luce che irrompe nel cuore delluomo, luce allo stesso splendore del giorno.
2. Tu come un sole percorri la via, passi attraverso la notte dei tempi e dentro il grido di tutto il creato, sopra la voce di tutti i profeti.
3 . Viviamo ogni anno lattesa antica, sperando ogni anno di nascere ancora, di darti carne e sangue e voce, che da ogni corpo tu possa risplendere.
4. Per contemplarti negli occhi di un bimbo e riscoprirti nellultimo povero, vederti piangere le lacrime nostre oppur sorridere come nessuno.
5. A te che sveli le Sacre Scritture ed ogni storia delluomo di sempre, a te che sciogli lenigma del mondo, il nostro canto di grazie e di lode.
Il testo
Presentare un brano uscito dal cuore e dalle mani di due ‘poeti di Dio come P. Davide M.Turoldo e P.Giovanni Maria Rossi non è semplice, ma la chiave di lettura del brano in esame sta proprio nella loro profonda esperienza di Dio, che permette di far nascere, nel cuore di noi lettori e ascoltatori, il desiderio e lattesa di Dio. Lattesa del ‘Dio bambino si esprime attraverso le prime parole del testo (e cielo e terra..), con lo stupore e la meraviglia per levento che ogni anno (viviamo ogni anno) si ripete ciclicamente, così da coinvolgere ogni cristiano nella nuova incarnazione (nascere ancora). Il testo sviluppa, nelle sue cinque parti, una vera meditazione teologica, molto ricca di risonanze bibliche sul mistero del Natale.[1] Nella seconda strofa possiamo ritrovare citazioni come il salmo 18, la Lettera ai Galati 4,4 e la lettera ai Romani 8, nella terza e quarta strofa il coinvolgimento della nostra vita nella storia della salvezza, mentre nellultima strofa ritroviamo il tema di Cristo luce, proposto nella prima strofa, dove la nuova luce invocata, svela le Sacre scritture e la storia di ogni uomo (a te che sciogli lenigma del mondo). Per questo tutti siamo invitati a rivolgere il nostro canto di grazie e di lode.
La musica
Ecco una melodia che si apre, come uno sguardo verso il cielo e che ritorna per far risuonare le parole in una meditazione che si apre alla speranza. Il rischio più frequente per un brano in 6/8 è quello di renderlo simile a un ‘giro di walzer oppure quello di trasformarlo in un tempo binario, rischiando di trasformare le varianti ritmiche allinterno delle battute. La forma innodica richiama il senso dellunanimità della lode, nella pratica esecutiva delle nostre assemblee spesso riscontriamo, però, la difficoltà a esprimere, nel modo adeguato, questa lode unanime, perchè si finisce con lappiattire lesecuzione, togliendo la vitalità stessa dellinno. Il suggerimento per ovviare a questo inconveniente, perciò sarà quello di eseguirlo nella forma alternata: Coro/Assemblea, favorendo uno sviluppo più dinamico, attraverso il dialogo tra le due parti.
Quando e come utilizzarlo
La struttura ritmica del canto è tale da mettere in evidenza laspetto processionale. Ciò contribuisce a renderlo particolarmente efficace come canto dingresso o canto di comunione. Il suggerimento per lesecuzione è di proporre unintroduzione strumentale dellintera melodia e di riprendere la prima battuta come breve interludio tra le altre strofe. Per quanto riguarda lapprendimento, il consiglio è di fare attenzione alla giusta intonazione degli intervalli soprattutto nel secondo e quarto verso, che ad un primo ascolto potrebbero sembrare simili. Una particolare attenzione va data alla terza strofa per il fraseggio dei primi due versi viviamo ogni anno e sperando ogni anno evitando così di pronunciare ognanno.