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Internet: Chiesa sfida Facebook, etica al primo posto   versione testuale

Ansa - 19 gennaio 2009

Cei, social network non è diavoleria ma va usato con cautela

di Domitilla Conte

Nell’era di Facebook la Chiesa cattolica italiana riafferma la sua presenza in internet, della quale vuole sfruttare tutte le potenzialita’ in funzione ’pastorale’, ma, di fronte alle indubbie insidie dei social network, invoca regole, invita a ’non parlare con gli sconosciuti’, spera che l’etica continui a prevalere sulla tecnologia, e che il mondo virtuale non sostituisca le relazioni umane fatte di voci, sguardi, strette di mano.
Qualche tempo fa fece scalpore la scelta dell’arcivescovo di Napoli, card.Crescenzio Sepe, di affrontare Facebook in prima persona. ’Serve a diffondere la parola di Dio’, aveva spiegato in quella occasione. Piu’ recentemente, e’ stato annunciato un accordo per dedicare all’attivita’ pubblica del Papa un canale dedicato su Youtube. Insomma, la Chiesa italiana, pur confessandosi ’not digital native’, nata cioe’ prima della
generazione di internet, ha dimostrato in molti modi di non temere la partecipazione ai nuovi ’luoghi’ della comunicazione: fra l’altro, istituendo, fin dagli albori di internet, un potentissimo centro informatico, il Si.Cei che si occupa dello sviluppo dei nuovi strumenti, ma anche della loro diffusione a diocesi, parrocchie, istituti religiosi.
Tuttavia, l’era dei social network, e le nuove modalita’ di relazione che essi impongono, non solo sulla rete ma anche alla societa’ nel suo insieme, fa emergere - sostiene la Cei - nuovi interrogativi, con la quale ha voluto confrontarsi con un convegno di due giorni al quale ha invitato informatici, teologi e religiosi, in vista anche di un aggiornamento dei documenti elaborati sull’argomento dal Pontificio consiglio per le comunicazioni sociali. Il direttore dell’Ufficio nazionale delle comunicazioni sociali della Cei, don Domenico Pompili li ha sintetizzati in tre questioni che la Chiesa ritiene fondamentali: come relazionare reale e virtuale sui social network, come impedire il nuovo individualismo che ne deriva e, ultimo ma non per ordine d’importanza, come essere sulla rete senza stravolgere la propria natura, la propria identita’, il
proprio linguaggio.
Sfide che, se interessano la Chiesa per la loro attinenza con i valori cristiani, riguardano in realta’ chiunque, prima o poi, finisca sulla rete. E le risposte non si sono fatte attendere. Lo sviluppo dei social network rappresenta - e’ stato detto - ’una grande opportunita’, ma anche causa di possibili ingiustizie’, da usare quindi con il giusto discernimento e con senso di responsabilita’. Occorre, insomma ’’assumere ed
elaborare, in rapporto alle tecniche utilizzate, un sovrappiu’ di etica, capace di orientarci proprio nelle nostre scelte di connessione’. Alle famiglie, un semplice consiglio, ’diffidate dagli sconosciuti’. Dal presidente della Cei, mons. Mariano Crociata, una raccomandazione: ’Internet oscilla tra esaltazione e diffidenza, sarebbe ora - ha detto - di trovare una giusta via di mezzo’.

 

 
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