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Per mare da Lampedusa a Greenwich   versione testuale
Articolo di Mauro Buccarello

(28 novembre 2012) - Nell’Isola più a sud d’Italia le bandiere che siamo abituati a vedere in genere sono quelle della nostra nazione, quelle tunisine e a volte quelle maltesi; raramente vediamo altro, ma in questo periodo colpisce la vista una piccola barca battente bandiera inglese, che però per la sua forma riporta alla mente i barconi dei migranti. Curioso cerco di comprendere meglio e, arrivato vicino alla barca, incontro Lucy Wood, un’artista inglese con un progetto all’apparenza un po’ fuori dal normale, ma con intenti di profonda riflessione. Con il mio inglese un po’ stentato, chiedo a lei, che d’italiano non parla nemmeno una parola, che ci fa su di un barcone dei migranti. E qui inizia il mio stupore: la barca è destinata a essere esposta nei musei londinesi. Così Lucy decide allora di raccontarmi il suo progetto. La sua intenzione è di partire da Lampedusa tra maggio e giugno del 2013, seguendo la rotta che la porterà a Pantelleria, poi a Trapani, Palermo, Messina, Gaeta, Roma, e, lasciata l’Italia, toccherà poi la Francia, il Belgio e l’Olanda, per concludere il suo viaggio con l’attraversamento della Manica, che la condurrà a Londra.
Lucy racconta che la parte più difficile di questa sua avventura sarà la tratta da qui a Pantelleria, poiché il viaggio potrebbe durare anche più di dodici ore e questa piccola barca, identificata come TO6411, ha una velocità massima di sole sette miglia l’ora; il motore è sì un tre cilindri 56 CV Bukh, ma datato 1964.
Dopo aver superato quest’ostacolo, farà delle piccole tratte, viaggiando solamente per poche ore e sempre vicino alla costa. Di notte si fermerà e alle prime luci dell'alba continuerà il suo viaggio; questa parte le fa pensare al film di David Lynch “Una storia vera”.       
Torniamo a parlare della barca. Essa è un simbolo nella sua complessità: il suo nome, TO6411, è infatti il codice dato al suo arrivo a Lampedusa, un codice che Lucy trova interessante, poiché riflette il destino dei migranti che arrivano spesso senza documenti e ai quali è dato un codice per identificarli. Proprio per questo non vuole dare alla barca un nome, i codici riflettono la situazione triste e disperata di queste persone e tutto il traffico diventa una serie di codici. Come artista lei si sente come un messaggero, un testimone della storia che c’è dietro la barca. È strano pensare che prima di lei l’ultimo comandante fosse un trafficante, mentre ora alla sua guida c’è un artista.
Secondo Lucy questa piccola barca rappresenta il fenomeno globale della migrazione e le misure disperate che la gente adotta per cercare di avere una nuova vita. Ha portato il suo carico umano al sicuro a Lampedusa e ora la sua funzione è quella di essere una testimonianza per chi ha viaggiato su di essa, per le persone che si prodigano a salvarli e per l'Isola che geograficamente si trova nel punto giusto per dare un aiuto a chi ne ha bisogno. Si deve vedere una di queste barche per capirne la tragedia.
La differenza è che ora la barca è dotata di un navigatore europeo, di tutte le attrezzature di sicurezza e dei requisiti necessari per completare il viaggio: attrezzature satellitari, zattera di salvataggio, razzi, …
Per Lucy è strano pensare che se dovrà affrontare dei pericoli, lei come occidentale, avrà a disposizione almeno dieci diverse attrezzature, mentre le 35 persone che hanno fatto il viaggio della speranza non ne avevano alcune. Si chiede, e il suo pensiero va ai migranti, se fossero coscienti della trappola mortale nella quale si stavano imbarcando.
Ora TO6411 è iscritta sul registro delle barche del Regno Unito, ha una licenza per la radio, è assicurata, è diventata a tutti gli effetti una barca europea. Lucy mi spiega che, nelle condizioni in cui si trovava, non poteva nemmeno considerare di intraprendere un viaggio. Infatti, da quando le è stata data a maggio, sta facendo la maggior parte del lavoro, eccetto l’impianto elettrico e la meccanica principale. Il suo esterno sarà rivestito di due strati di vernice trasparente per mantenerne i colori, 7) cosicché le persone possano vederla nella sua forma originale: sarà un museo itinerante, che esporrà solamente le cose trovate e lasciate dai migranti.
Sicuramente vivere in uno spazio angusto per tre quattro mesi, senza comfort, senza servizi igienici, senza una cucina, sarà una sfida per Lucy, ma nei porti troverà quello che le manca. Mangerà un buon pasto una volta al giorno e inizierà la navigazione la mattina per 4 o 5 ore. Poi attraccherà per il resto della giornata e la notte dormirà nella timoneria.
Lucy spera che questo progetto abbia un impatto molto forte, porto dopo porto, e induca a una riflessione sulla migrazione come responsabilità, non solo per l'Italia, ma per il resto d'Europa.
Questo sarà il viaggio di Lucy. In una visione più generale, il viaggio potrebbe essere comparato alla vita stessa, fatta d'incontri e di un gran numero d'esperienze che può riservare, nel quale forse il punto d'arrivo non è importante quanto il percorso in sé: non conta, dove riusciamo ad arrivare, ma il panorama che il viaggio ci riserva.
Mauro Buccarello
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