Sussidio Quaresima 2013 - Vocazioni - 3 marzo - III Domenica 
3 marzo - III Domenica   versione testuale
"Se non vi convertite perirete tutti allo stesso modo" (Lc 13,3)
CATECHESI SULLA PREGHIERA
 
 
VITA E PREGHIERA COME DIALOGO
 
 
Siamo stati chiamati all’esistenza dalla parola creatrice di Dio: la nostra vita è un dono che abbiamo ricevuto e continuiamo a ricevere.
Esistere come dono ricevuto e offerto è la risposta a questa chiamata fondamentale: la vita è un bene che, per natura sua, tende ad essere donato.
Questo dialogo, nel suo duplice movimento di accoglienza e di risposta, è la logica che anima e realizza la vita dell’uomo in rapporto a Dio.
La logica che anima e realizza la preghiera è la stessa: accoglienza e risposta da parte dell’uomo in rapporto a Dio. Vivere secondo questa logica è pregare; ma è anche vero il contrario: pregare in questo modo è vivere. Si comprende, a questo proposito, una delle più belle definizioni della preghiera che la dice respiro dell’anima, e non solo!
 
 
Tre note del dialogo
 
In questo rapporto-dialogo tra l’uomo e Dio, per parlare di autentica preghiera è necessario che si verifichino le seguenti tre note:
 
- ci si rapporta ad un Dio personale, all’Amore e non ad un’idea, a una cosa o a una forza impersonale;
 
- a un Dio che credo realmente presente e che mi chiama ad una risposta;
 
- a un Dio che credo attento alla mia preghiera, che mi ascolta.
 
 
Caratteristiche del dialogo
 
In che modo concretizzare questo dialogo? Possiamo chiederlo direttamente a Gesù come fece uno dei suoi discepoli: “Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli”(Lc 11,1).
La nostra preghiera si dice cristiana perché deriva totalmente dalla preghiera di Gesù e si modella fedelmente sulla sua. E’ Gesù che ci insegna a pregare e lo fa con la stessa sua preghiera.
Ecco alcune caratteristiche della preghiera di Gesù che dovrebbero essere presenti in una preghiera autenticamente cristiana e che per questo motivo possono essere un criterio di verifica per il nostro modo di pregare.
 
Totalitaria: la preghiera di Gesù è rivolta al Padre nei confronti del quale si consegna totalmente senza limiti o riserve; non consegna qualcosa ma il tutto di sé. Per questo motivo è una preghiera totalitaria.
 
Incessante: Gesù si rivolge al Padre come Figlio. Questo è un rapporto continuo per cui la preghiera è incessante e Gesù non è soltanto un soggetto di preghiera ma lui stesso è una preghiera.
 
Responsoriale: tutta la vita  e la preghiera di Gesù è una risposta alle mozioni dello Spirito Santo. La preghiera di Gesù è di tipo responsoriale, ci insegna che chi parla per primo è Dio e non l’uomo, e le risposte da attendere sono quelle dell’uomo e non di Dio: chi domanda è Dio, chi risponde è l’uomo.
 
Ecclesiale: quando Gesù prega non lo fa mai in modo privato, anche quando è in solitudine prega a nome di un corpo o per i molti. Ogni preghiera deve avere sempre una dimensione ecclesiale.
 
 
Insegnamento di Gesù sulla preghiera