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Dopo Parigi


Servizio Nazionale per la pastorale giovanile - Giornata mondiale della gioventy


....DOPO PARIGI



Il cammino è stato compiuto; il pellegrinaggio che abbiamo
vissuto è in pratica una metafora della nostra vita.


C´è stata una partenza, come i tanti modi diversi di cominciare,
di ricominciare, di tornare a iniziare, di non demordere;


c´è stata una crescita in capacità di relazione,
in amicizia, in ascolto, in attenzione agli altri, in offerta
di sé;


abbiamo provato scoraggiamenti e entusiasmi, noia e interesse,
furbizie e ingenuità;


abbiamo incontrato Dio e gli altri, noi stessi riflessi nei nostri
egoismi o nella capacità di offrire gioia;


abbiamo tentato di costruirci un´interiorità, di dare una
risposta alla sete di spiritualità;


abbiamo scoperto le vecchie cose di sempre che ci dice il nostro
prete o l´animatore, la nostra coscienza o il nostro diario. Ma
qui erano più nitide, risuonavamo come imperativi e coinvolgimenti
senza appello, come inviti diretti, oggi, a me, proprio a me.


Abbiamo provato la gioia di aver raggiunto una meta. Nella vita
ne raggiungiamo tante; quasi tutte si consumano e spesso lasciano
nemmeno il ricordo; forse qualcuna di queste caratterizzerà
la nostra vita.


Se tutto questo si avvera anche solo in parte, non possiamo più
tornare come prima.


1. Non sarà più possibile rimanere senza centro:
Lui, il Maestro.


L´abbiamo inseguito, l´abbiamo scovato in tanti luoghi in cui
si fa trovare, siamo stati presi dal Suo fascino, L´abbiamo celebrato
nella vita, L´abbiamo sentito dire :"venite e vedrete",
Lo abbiamo seguito e qualcosa abbiamo visto, qualcosa di Lui ci
è rimasto stampato negli occhi. Non torneremo ad accontentarci
di stare assieme, di non faò morire l´organizzazione, di stare
in attesa per faò passare il tempo degli studi o delle incertezze
o della rllocare al centro della
nostra vita sempre.


2. Non ci sarà più lecito stare a guardare vite
spezzate, sogni distrutti, futuri cancellati.


Abbiamo imparato a sognare, ci è salito al viso un rossore
incontrollabile, quando di fronte alle testimonianze che abbiamo
ascoltato, ci siamo ricordati del disprezzo della nostra vita,
della leggerezza con cui l´abbiamo rischiata per il niente, dei
sogni che abbiamo apposta tradito, delle promesse fatte e non
mantenute, del nostro futuro che abbiamo appiattito sul presente.
Torniamo nella quotidianità con una gioia di vivere da
godere e da contagiare, da cercare in profondità e da offrire.
Ogni giovane che torna da Parigi si deve adottare un altro giovane,
non per portarlo in Chiesa, sarebbe troppo poco, ma per fargli
scoppiare in cuore la gioia di vivere fino a incontrarne il Signore.
Se accanto a noi ci sono giovani che che non amano la vita fino
a volersela togliere, vuol dire che non siamo stati cristiani
a sufficienza.


3. Non possiamo più tornare alla pastorale del bonsai


Non sarà possibile rientrare nel nostro stretto giro di
amici, fosse pure la compagnia della parrocchia, a guardarci negli
occhi, ad abbassare lo sguardo alle nostre beghe di sacrestia.
E´ vero che abbiamo bisogno di relazioni calde, ma è anche
vero che abbiamo respirato la mondialità, la cattolicità
e questo orizzonte ce lo vogliamo tenere sempre aperto. Non staremo
a litigarci le quattro pecorelle rimaste nell´ovile mentre gli
altri hanno sete e non trovano fontane per bere. Le nostre comunità
cristiane devono essere case accoglienti.


4. Non sarà più possibile andare avanti a caso.


Un cammino come questo delle giornate mondiali è stato
molto determinato. E´ partito da lontano, ha faticato a diventare
progetto, ma ha per forza dovuto essa
e ideale, azioni e riflessioni, interiorità e attività.
E´ possibile tornare a trascinare le ossa finché non si
consumano per vecchiaia? E´ ancora ammissibile che ci si abbandoni
solo alla spontaneità del momento che spesso spegne ogni
slancio di verità e generosità? In ricerca sempre,
ma determinati; liberi, ma verso una meta. E Dio sa quanto questo
debba essere vissuto per se stessi personalmente prima ancora
che per il gruppo o la parrocchia o la comunità! Una guida
non guasterebbe, magari un pò vecchio, un pò schizzato,
ma capace di farti balenare davanti sempre le indicazioni sicure
di cammino, la Parola di Dio.


5. Orientati decisamente, con passo svelto verso il terzo millennio


Non è più così lontano il traguardo, non
è più così un giorno come tanti, non è
più il business che tutti vogliono faò credere. Sarà
forse solo una festa di compleanno, ma se ci mettessimo tanta
cura come fanno i ragazzini quando invitano alla loro festa a
casa gli amici, sarebbe sempre qualcosa di bello. Vogliamo far
festa per i 2000 anni di Cristo, il Vivente. Siamo contenti anche
solo per questo. E´ un altro modo di tenerlo al centro della vita.
Ma la festa ci fa capire che ci dobbiamo preparare a prendere
il testimone per il nuovo millennio. E il papa dopo tante giornate
mondiali lo affida proprio a noi, italiani, come quando ha iniziato.
Il testimone sarà una croce, nessuno si illude, ma è
la croce su cui è morto il Risorto. Maria ci accompagna
al Terzo Millennio e a Loreto ci riserva grande accoglienza e
sorprese. Il grande pellegrinaggio di Loreto del ´95 è
un punto di non ritorno della pastorale giovanile italiana.





Due fatti importanti:


Un appuntamento: a Bologna.


Quel Gesù che abbiamo inseguito obbedie;venite e vedrete" si offre nell´Eucaristia. A Bologna
lo vogliamo accogliere, da giovani, con i nostri linguaggi musicali,
con la puntigliosità della nostra ricerca, con la consapevolezza
del nostro bisogno di gridargli: Resta con noi. Ci hai chiamato,
siamo venuti, e tu non ci abbandonare.


Uno strumento: il catechismo dei giovani vol 2 "Venite
e vedrete"


Finalmente abbiamo una indicazione chiara. Chi si domanda: "ma
che figura di giovane credente devo tentare di essere nella mia
vita? Come mi devo sognare? Come mi devo fare comunità
con tutti? che cosa vuole Dio da me?" non può più
fingere o rifugiarsi dietro la non chiarezza, l´incertezza di
un progetto. Il catechismo dei giovani è tutto questo:
si porta dentro tutte le indicazioni che possono aiutare comunità
cristiana e giovani a progettare e a innervare di formazione seria
il progetto. Lo dobbiamo avere tutti: ci sta proprio sul cruscotto
della macchina, nello zaino, sul comodino, dove spesso lasci l´anima
la mattina quando ti alzi, nella sansonite dei tuoi viaggi...
soprattutto nella vita: solo che prima ve lo dovrai faò passare
dentro.


Conclusione del Congresso Eucaristico: Bologna 27-28
settembre 1997



Tutti i giovani e gli adolescenti sono attesi a concludere il
Congresso Eucaristico con un grande evento televisivo con il Papa
e i cantautori italiani per dire la propria ricerca di Cristo.



sabato 27 settembre


ore 14 grande raduno presso il CAAb di Bologna


ore 15 Hope Music: concerto dei vincitori della rassegna musicale
1997


ore 20.30 Concerto con il Santo Padre


ore 24 Adorazione eucaristica


domenica 28 settembre


ore 10 Celebrazione eucaristica conclusiva con il Santo Padre


E´ utile arrivare col sacco a pelo. C´è posto p