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Giovani e Giubileo

Servizio Nazionale per la pastorale giovanile

n´occasione per promuovere una serie di proposte, iniziative e attività che possano offrire ai giovani un´irrepetibile opportunità di vivere con altri loro coetanei una esperienza di Chiesa che li aiuti a crescere nel loro cammino di fede.
Deve essere innanzitutto una proposta di fede, di impegno e di festa. Non una sommatoria disordinata di eventi, ma un percorso legato da un filo conduttore chiaro e pensato che, senza disperdersi in molteplici temi ed iniziative particolari, riassuma e approfondisca il significato dell´essere discepoli di Cristo.
E´ fare memoria di ciò che c´è di più autentico per un cristiano: Dio che in Gesù si incarna e assume tutto ciò che fa parte della nostra umanità e la redime così che da allora in poi non esiste più una fede slegata dall´interesse vero per tutto l´uomo: per ciò che pensa e fa. Vivere la fede significa vivere una vita dalla parte di Gesù, giudicando, guardando, agendo come giudica, guarda, agisce il Verbo fatto carne.
Vivere la fede significa, ancora, porsi domande che non sono frutto del dubbio ma della volontà e del desiderio di conoscere maggiormente la verità, cioè Colui che si ama.
Una fede che non pensa e non pone questi interrogativi non é fede cristiana.


LE STRADE NECESSARIE DA PERCORRERE

1. La riscoperta di Gesù, vero Uomo e vero Dio.

E´ il mistero dell´Incarnazione che si rivela come evento centrale della salvezza, capace di dare un senso alla vita, alle gioie e alle sofferenze dell´uomo di ieri, di oggi, di sempre.
Ai giovani occorre presentare un Dio non astratto, vago, generico, ma concreto e vitale che è entrato nella storia dell´umanità attraverso suo Figlio, Gesù.
Far riscoprire la Scrittura, e in particolare il Nuovo Testamento, significherà allora far riscoprire Gesù vicino all´uomo, dare annuncio di un Dio che è Amore e rivelare che il suo è un amore trinitario, principio della comunione fra le persone, fondamento della Chiesa.

La centralità di Gesù va fatta sperimentare nelle sue molteplici espressioni:
· nella preghiera, come dialogo a tutto campo con Lui nello Spirito e nella riscoperta delle Sacre Scritture
· nel pellegrinaggio, come cammino verso Gesù;
· nella testimonianza di persone "adulte nella fede", attraverso cui oggi Gesù si fa incontrare e che diventano guide;
· in un impegno concreto di servizio, come ricerca concreta di Lui nel volto di ogni uomo e donna, povero di beni e di speranza;
· nel dare espressione alle domande profonde e alla ricerca di senso e di spiritualità,
In queste espressioni si dovrà puntare su valori propri dei giovani capaci di creare convergenza di motivazioni e di energie, quali: responsabilità, libertà, giustizia, amore, povertà, solidarietà, pace, vita, fedeltà, ecumenismo, dialogo, mondialità, festa...

2. Il servizio generoso e la solidarietà

Sulla proposta di Gesù vero Dio e vero uomo, l´annuncio di Dio che è amore, Padre che non abbandona deve nascere e rifondarsi la proposta del servizio, come risposta concreta all´amore ricevuto. Ogni iniziativa di solidarietà che verrà lanciata durante l´Anno Santo non deve perdere di vista questa motivazione di fondo per evitare un appiattimento della proposta cristiana che finirebbe con lo svuotare l´esperienza stessa del servizio rendendola insignificante per i giovani.
Vivere il Giubileo, significa accogliere il messaggio di liberazione di Cristo, approfondendo l´invito del Papa a farsi "voce di tutti i poveri del mondo" (TMA 51), sostenendo la proposta di riduzione o condono del debito di molte nazioni, individuando forme idonee di intervento a sostegno dello sviluppo solidale cominciando da iniziative che più di altre sono alla portata dei giovani.




3. Sperimentare contemplazione, comunione, incontro, scambio dei doni dello Spirito.

Ancor prima di far convergere i giovani a Roma, crocevia di diverse culture e popoli, si avverte l´esigenza di cogliere ed eventualmente creare, opportunità di contemplazione, di incontro e di preghiera in ogni chiesa locale, per contribuire al cammino ecumenico e al dialogo interreligioso, sulla base di una sempre più chiara e serena coscienza della propria identità. Il Giubileo dell´anno 2000 è un invito a partecipare ad una festa. Significa prepararsi a vivere un momento speciale con gli altri, con il cuore sgombro dalle paure, disponibile a cambiare, pronto alla sorpresa, attento ai segni che troverà sulla strada.
E´ la festa dell´uomo che incontra Dio e di Dio che continua a incontrare l´uomo. Tutti sono invitati, anche i più lontani: non si può certo pensare di far festa da soli.
In un secondo tempo, durante l´Anno Santo, Roma potrà diventare un luogo in cui tutte le culture del mondo si incontrano per scambiarsi doni e esperienze e uno spazio storico che ci accoglie presso le tombe degli apostoli Pietro e Paolo, per ritrovarsi con le radici della fede cristiana. Andare in pellegrinaggio a Roma, significa incontrarsi con i suoi Santi e i suoi martiri, con una fede che si fa cultura, arte e storia, con una Chiesa vivente e missionaria. Si potrà offrire un itinerario dei luoghi significativi della Chiesa di ieri (monumenti, chiese e basiliche) e di oggi (persone, comunità cristiane, movimenti, gruppi di vita religiosa, anche alla luce della missione cittadina).

4. Progettare una vita e una missione responsabile dei doni ricevuti e capace di testimoniarli nel prossimo millennio.

Ogni comunità, associazione, famiglia, gruppo, movimento deve responsabilmente aiutare i giovani a ricuperare dalla esperienza e tradizione della propria comunità cristiana il patrimonio di fede che vuol "portare con sé", "traghettare", "passare come testimone" nel prossimo millennio.
In questa prospettiva due impegni, tra gli altri, assumono grande importanza:
- il dialogo - oggi desiderato e possibile - con gli adulti;
- la ricerca, nella propria vita, di novità di cui arricchire il futuro.
Due le domande cui i giovani devono essere invitati a rispondere:
- che cosa ricuperare dal passato?
- che cosa offrire al futuro?

Conclusione

Dice il Santo Padre:

"Il futuro del mondo e della Chiesa appartiene alle giovani generazioni, che, nate in questo secolo, saranno mature nel prossimo, il primo del nuovo millennio. Cristo attende i giovani, come attendeva il giovane che gli pose la domanda: "Che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?" (Mt 19,16)... I giovani, in ogni situazione, in ogni regione della terra non cessano di porre domande a Cristo: lo incontrano e lo cercano per interrogarlo ulteriormente. Se sapranno seguire il cammino che Egli indica, avranno la gioia di recare il proprio contributo alla sua presenza nel prossimo secolo e in quelli successivi, sino al compimento dei tempi. "Gesù è lo stesso ieri, oggi e sempre". (TMA 58)