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Il vescovo Mariano Crociata, Segretario generale della Cei, saluta i partecipanti   versione testuale

“Nella prospettiva antropologica delle relazioni il mondo del web ci impegna a riflettere tra immediatezza e mediazione” ha detto il vescovo Mariano Crociata salutando gli oltre duecento convegnisti riuniti a Roma per il convegno “Chiesa in rete 2.0” promosso dall’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali e dal Servizio informatico della Cei. Davanti a Internet e alla nuove tecnologie la Chiesa “ha assunto un impegno diretto ed ha accompagnato questo cammino”.
Mons. Mariano Crociata, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, ha affidato ai partecipanti al convegno nazionale, promosso dall'Ufficio per le comunicazioni sociali e dal Servizio informatico della Cei, sul tema "Chiesa in rete 2.0" (Roma, 19-20 gennaio). "L'esigenza della competenza – ha spiegato mons. Crociata – è di primaria grandezza". Occorre "aggiornarsi in un mondo in costante crescita". Al tempo stesso, ha aggiunto, è necessario "educare e accompagnare nella Chiesa, oltre che nella società tutta, per essere presenti e vivere da credenti" l'esperienza del Web. Mons. Crociata si è anche soffermato sui rapidi cambiamenti che hanno riguardato "il mondo di Internet negli ultimi 15 anni". Cambiamenti che sono tuttora in atto. "Ciò – ha detto – conferma il contesto accelerato in cui siamo chiamati a operare".
Nonostante tale evoluzione, "siamo in presenza ancora di un'oscillazione tra esaltazione e diffidenza rispetto a Internet, tra paura e idolatria, tra senso di minaccia e adesione ingenua e indiscriminata. Al di là dell'atteggiamento in un senso o nell'altro, ciò che sta avvenendo è una presa di coscienza": questo mondo “ha sempre di più il carattere del linguaggio di un ambiente e meno quello di uno strumento”.
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