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IV CONVEGNO ECCLESIALE NAZIONALE "Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo"
 Eventi collaterali - Resurrexi: oratorio sacro 
Resurrexi: oratorio sacro   versione testuale




 

Resurrexi: teologia e musica per il nostro tempo
 

La Conferenza Episcopale Italiana, in occasione del 4° Convegno Ecclesiale nazionale che si celebrerà a Verona nei giorni 16-20 ottobre 2006, ha commissionato, in collaborazione con la Fondazione Arena di Verona, un oratorio sacro intitolato Resurrexi. L’iniziativa si collega a una tradizione che nel passato ha visto istituzioni ecclesiastiche e singole persone in ruolo molto attivo nella committenza in tutti campi dell’arte, particolarmente nel campo musicale.

A questo ruolo, appannatosi tra ‘800 e ‘900, oggi si vuole dare una ripresa con l’opera affidata a due artisti contemporanei, ai quali è stato proposto un soggetto alquanto impegnativo, incentrato sulla resurrezione di Cristo e sugli eventi che lo hanno immediatamente accompagnato e caratterizzato. La scelta del soggetto è stata in qualche modo obbligata perché si innesta nel tema del Convegno “Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo” e nel percorso di preparazione e di svolgimento. Accanto a queste considerazioni di base, va sottolineato il fatto che si è voluto coniugare e sviluppare il tema del Convegno, oltre che con la metodologia tipica di simili manifestazioni, anche attraverso linguaggi di maggiore immediatezza e con un diverso impatto comunicativo ed emotivo: nel nostro caso attraverso il linguaggio della poesia e della musica.

L’oratorio non è, perciò, un evento collaterale di intrattenimento, ma un momento espressivo del programma che presenta il Risorto sotto altra luce. In questo contesto si colloca anche la scelta del titolo della pièce, Resurrexi “Sono risorto”), tratto dall’incipit latino dell’antifona d’ingresso della messa di Pasqua, che suona come l’autopresentazione di Cristo che nella liturgia si identifica e si fa riconoscere, appunto, nella sua nuova condizione di Risorto. Vorrei sottolineare ancora che con questa committenza si auspica il superamento di preconcetti e luoghi comuni nei confronti della musica contemporanea, la cui sintassi non è per nulla inadeguata a esprimere il trascendente e il mistero; nello stesso tempo non è fuori luogo sperare che questo “esperimento” possa avere un seguito felice nel dialogo tra le diverse espressioni del sacro e del religioso e i musicisti di oggi. La collaborazione tra la CEI e la Fondazione Arena di Verona, infine, rappresenta concretamente l’attenzione che la Chiesa italiana, attraverso il Progetto culturale orientato in senso cristiano, riserva alla cultura del nostro nelle sue molteplici manifestazioni e ai soggetti che la promuovono.




 
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