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Firmata a Bruxelles la "Carta dei musulmani d'Europa"
La Carta è siglata da 400 associazioni islamiche di 28 Paesi europei
Fondazione Migrantes


35) FIRMATA A BRUXELLES LA “CARTA DEI MUSULMANI D’EUROPA”


 


      La Carta è siglata da 400 associazioni islamiche di 28 Paesi europei


 


bruxelles (Migranti–press) – “Un passo importante per la comprensione tra i popoli”; con questo titolo viene segnalata sull’Osservatore Romano (13 gennaio) la firma di questa Carta.


 


Un buon segnale”, anche se restano molti dettagli da definire”: è in sintesi il giudizio espresso da padre Hans Vöcking, responsabile della sezione “Islam in Europa” del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (CCEE), sulla Muslim of Europe Charter (Carta dei Musulmani d’Europa) firmata a Bruxelles da più di quattrocento associazioni e organizzazioni islamiche di ventotto Paesi.


Nel testo, che conclude un lavoro di consultazione e riflessione avviato nel 2000, si affermano il rispetto dell’Islam per ogni essere umano, l’uguaglianza tra uomo e donna, il riconoscimento della famiglia tradizionale fondata sul matrimonio, il rifiuto della violenza e del terrorismo. Un impegno, dunque, da parte di molte comunità musulmane, a partecipare alla costruzione dell’Europa e a svolgere il proprio ruolo di cittadini all’insegna della tolleranza e del rispetto delle legislazioni dei vari Paesi. Padre Vöcking parla perciò di un “buon segnale”, di una “tappa necessaria”, di un “primo passo che dimostra che l’organizzazione è impegnata a riflettere sull’avvenire dei musulmani in Europa”. E – spiega il religioso – il segnale che i musulmani cominciano a comprendere che la loro presenza in Europa pone anche al loro interno dei problemi e riconoscono che devono trovare il modo per parlare con gli europei per costruire un futuro comune.


Il documento, elaborato su iniziativa della Federazione delle Organizzazioni islamiche d’Europa, è stato firmato alla presenza di Mario Mauro, Vicepresidente del Parlamento Europeo con delega ai rapporti con le Chiese e le comunità religiose. Questa carta – egli ha commentato Mauro – costituisce un codice che impegna la comunità musulmana europea a partecipare alla costruzione di un’Europa comune e di una società unita, a partecipare altresì allo sviluppo dell’armonia e del benessere nelle nostre società e a svolgere pienamente il ruolo di cittadini nel rispetto della giustizia, dell’uguaglianza di diritti e della differenza. Per la prima volta – sottolinea ancora il Vicepresidente del Parlamento Europeo – una Carta dà un codice di condotta ai musulmani d’Europa, un codice che non deve essere in contraddizione con le legislazioni europee. Nell’introduzione del documento si sottolinea, infatti, che l’importanza dell’Islam nel mondo e il suo potenziale spirituale, umano e di civiltà esige un riavvicinamento con l’Occidente, e con l’Europa in particolare, allo scopo di garantire giustizia e pace al mondo. All’articolo 26, l’ultimo della Carta, si aggiunge: “Attraverso il loro patrimonio religioso e culturale e la loro presenza in molti Stati europei, i musulmani d’Europa costituiscono un elemento idoneo a sottolineare gli sforzi per il rafforzamento dell’Unione europea. Con le sue diverse componenti religiose e culturali, l’Europa può agire  come un importante indicatore di civiltà con un ruolo chiave nel mantenere la stabilità internazionale tra influenti potenze mondiali.


Articolati in due sezioni oltre l’introduzione, i ventisei articoli del documento rispondono a una logica così enunciata: “Questa Carta intende definire una serie di principi in accordo con la percezione comune dell’islam nel contesto europeo e di stabilire, partendo da questo punto, le fondamenta di una più grande interazione positiva con la società”. I primi tredici articoli, contenuti nella sezione intitolata “Sulla comprensione dell’islam”, sottolineano tra l’altro: l’importanza della famiglia fondata sull’unione tra uomo e donna; una dimensione sociale caratterizzata da compassione, reciproco sostegno, cooperazione e fratellanza. In particolare, l’articolo 10 afferma: “L’islam chiede la reciproca conoscenza, il dialogo e la cooperazione tra i popoli e le nazioni in modo da accentuare la stabilità e garantire la pace nel mondo. I tredici articoli della seconda sezione riguardano la presenza musulmana nella società e ricordano tra l’altro che nonostante le loro differenze etniche e culturali e l’adesione alle diverse scuole di pensiero dell’islam, i musulmani d’Europa costituiscono un’unica entità religiosa, rispettano le leggi dei vari paesi e condividono il principio della neutralità dello Stato sulle questioni religiose.


 


La Migrantes segue con interesse queste “novità” del rapporto fra islam e Occidente, inquadrandole nei ripetuti e chiari incoraggiamenti al confronto fra le diverse culture e religioni, da parte degli ultimi Papi e in particolare di Benedetto xvi, che prendono singolare rilevanza in questo anno europeo del dialogo interculturale e nella crescente presenza di immigrati musulmani in Italia e in Europa.