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Prolusione del Card. Angelo Bagnasco alla 68ª Assemblea Generale - Roma, 18/21 maggio 2015


Cari e venerati Confratelli.

1. La Chiesa
La parola del Santo Padre Francesco, seguita dall’amabile dialogo che anche quest’anno ha voluto intrattenere con noi, ha aperto la nostra Assise e alimentato la nostra collegialità per affrontare con entusiasmo i lavori dell’Assemblea Generale, ai quali partecipa il Nunzio apostolico in Italia, S.E. Mons. Adriano Bernardini, che ringraziamo per la sua presenza e disponibilità.
Diamo il benvenuto ai Confratelli Vescovi – tra cui S.B. Fouad Twal, Patriarca di Gerusalemme dei Latini –, che qui rappresentano le Conferenze Episcopali di numerosi Paesi, insieme al Segretario Generale del CCEE, ringraziandoli per aver accolto l’invito a condividere la nostra riunione plenaria. Con loro salutiamo fraternamente anche gli invitati – presbiteri, consacrati, laici – che partecipano ai nostri lavori.
Siamo lieti di accogliere i Presuli che nell’ultimo periodo sono chiamati all’episcopato e partecipano per la prima volta alla nostra Assemblea Generale. Si tratta di:
- S.E. Mons. Nicolò Anselmi, Vescovo ausiliare di Genova;
- S.E. Mons. Mario Toso, Vescovo di Faenza - Modigliana;
- S.E. Mons. Francesco Savino, Vescovo eletto di Cassano all’Jonio;
- S.E. Mons. Augusto Paolo Lojudice, Vescovo ausiliare eletto di Roma;
- S.E. Mons. Giorgio Demetrio Gallaro, Vescovo eletto di Piana degli Albanesi;
- S.E. Mons. Domenico Pompili, Vescovo eletto di Rieti.
Sentiamo vicini e partecipi i Confratelli Vescovi che, pur avendo lasciato la guida pastorale delle loro diocesi, continuano a condividere con noi la sollecitudine per il bene della Chiesa:
- S.E. Mons. Claudio Stagni, Vescovo emerito di Faenza - Modigliana;
- S.E. Mons. Paolo Schiavon, Vescovo già ausiliare di Roma.
Esprimiamo viva gratitudine a S.E. Mons. Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino, giunto alla conclusione del mandato quinquennale di Vice Presidente della nostra Conferenza, al quale ha adempiuto con generosa dedizione.
Infine, non può mancare il nostro grato e affettuoso ricordo dei Confratelli che in questi ultimi mesi hanno concluso la loro esistenza terrena. Ecco i loro nomi:
- S.E. Mons. Natalino Pescarolo, Vescovo emerito di Cuneo e Fossano;
- S.E. Mons. Antonio Lanfranchi, Arcivescovo di Modena - Nonantola;
- S.E. Mons. Ennio Appignanesi, Arcivescovo emerito di Potenza - Muro Lucano - Marsico Nuovo;
- S.E. Mons. Felice Leonardo, Vescovo emerito di Cerreto Sannita - Telese - Sant’Agata de’ Goti;
- S.Em. Card. Giovanni Canestri, Arcivescovo emerito di Genova.
Molti e importanti sono gli adempimenti che ci attendono in questa Assemblea: ricordo l’elezione del Vice Presidente per il Nord Italia, dei Membri del Consiglio per gli Affari Economici, dei Presidenti delle Commissioni Episcopali, dei Delegati al prossimo Sinodo. Queste scelte, come ogni altro intervento a programma, sono nell’orizzonte del tema centrale di questa Assise: la recezione nelle nostre comunità cristiane dell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium. La riflessione svolta nelle Diocesi, la sintesi dei risultati, il lavoro che faremo nei gruppi, la relazione finale che raccoglierà e rilancerà l’ampio materiale… sono passi con riprendere il cammino delle nostre Chiese e costituiscono nuovo stimolo per sempre meglio vivere gli Orientamenti Pastorali sull’educazione a partire dall’annuncio di Cristo, Salvatore, Misericordia del Padre, Maestro di piena umanità.
L’Anno Santo della Misericordia è un dono del Papa alla Chiesa: lo accogliamo con rinnovata gratitudine e lo vogliamo vivere con il nostro Clero, le persone consacrate, le Comunità cristiane. Vogliamo viverlo “alla luce della parola del Signore: Misericordiosi come il Padre” (Misericordiae Vultus 13), così che sia un dono anche per il mondo il quale – quanto più è diviso e conflittuale – tanto più anela a orizzonti nei quali la misericordia purifichi i cuori e ispiri propositi di giustizia e di pace. La Porta Santa che il Papa aprirà in San Pietro l’otto dicembre – e successivamente ciascuno nella propria Diocesi – sarà meta e simbolo di rinnovamento interiore, perché il Signore sia reso visibile al mondo. In particolare, il Santo Padre esorta il Popolo cristiano a riscoprire “le opere di misericordia corporale e spirituale. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre più nel cuore del Vangelo” (id 15). Così pure ci invita a rimettere al centro il sacramento della Riconciliazione, “perché permette di toccare con mano la grandezza della misericordia” (id 17). ...