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Veritas in Caritate - 9/2 (2016)   versione testuale
Informazioni dall'Ecumenismo in Italia
In cammino…
«Una volta io ho detto che se l’unità si fa nello studio, studiando la teologia e il resto, forse verrà il Signore e ancora noi staremo facendo l’unità. L’unità si fa camminando, camminando: che almeno il Signore, quando verrà, ci trovi camminando. Chiamati per annunziare a tutti le opere meravigliose di Dio»: con queste parole, durante il volo che lo portava da L’Avana a Città del Messico, papa Francesco ha commentato l’incontro con il Patrarca Kirill. incontro che era avvenuto poche ore prima, nel primo pomeriggio di venerdì 12 febbraio, nell’aereoporto della capitale cubana. Il papa di Roma e il patriarca di Mosca si sono «finalmente» incontrati, dopo anni nei quali si era parlato tanto di questo incontro, tra progetti, trattative, speranze e delusioni. Della possibilità di un incontro con il patriarca Kirill Papa Francesco ne aveva parlato, nella conferenza stampa, sull’aereo che lo riportava a Roma, dopo il viaggio apostolico in Turchia, il 30 novembre 2014, quando aveva detto: «io gli [a Kirill] ho fatto sapere, e anche lui è d’accordo, c’è la volontà di trovarci. Gli ho detto: “Io vengo dove tu vuoi. Tu mi chiami e io vengo”; e anche lui ha la stessa volontà. Ma in questi ultimi tempi, con il problema della guerra, il poveretto ha tanti problemi lì, che il viaggio e l’incontro con il Papa è passato in secondo piano. Ma tutti e due vogliamo incontrarci e vogliamo andare avanti.» Dopo queste parole si erano rincorse, fino al quando il 5 febbraio Mosca e Roma, contemporaneamente, hanno dato l’annuncio del dove e quando dell’incontro che «preparato da lungo tempo, sarà il primo nella storia e segnerà una tappa importante nelle relazioni tra le due Chiese. La Santa Sede e il Patriarcato di Mosca auspicano che sia anche un segno di speranza per tutti gli uomini di buona volontà. Invitano tutti i cristiani a pregare con fervore affinché Dio benedica questo incontro, che possa produrre buoni frutti.» L’incontro si è svolto in un clima di grande fraternità e gioia, come hanno sottolineato i due e come è rimasto negli occhi di chi ha potuto seguire i momenti pubblici di questo incontro, che ha avuto un un primo momento pubblico, un lungo, quasi due ore, dialogo privato, la firma di una Dichiarazione comune e un breve commento. Sul fatto che l’incontro costituisca non tanto un punto di arrivo di anni di trattative, ma piuttosto l’inzio di un nuova stagione del cammino ecumenico, fatto di dialogo e di testimonianza condivisa, si sono soffermati in tanti tra i commentatori, anche se va notato che alcuni hanno cercato di leggere questo incontro in una prospettiva politica, considerando il suo valore ecumenico e spirituale, come secondario oppure, talvolta, del tutto inesistente. Ci sarà modo, proprio per lo straordinario rilievo di questo incontro e per il contenuto della Dichiarazione comune non solo per il movimento ecumenico ma per la vita del cristianesimo, di tornare, fin dal prossimo numero di «Veritas in caritate», ma fin da ora è importante porre l’accento sulla dimensione «pastorale» della Dichiarazione e dell’incontro, così come ha detto papa Francesco nella chiacchierata con i giornalisti nel viaggio da L’Avana a Città del Messico: l’incontro di papa Francesco e del patriarca Kirill per il luogo, per lo stile, per il contenuto, è una pagina di storia dell’ecumenismo, di quelle, non molte, che segnano un prima e un dopo nel cammino dei cristiani per la costruzione dell’unità visibile della Chiesa, soprattutto alla luce dei passi compiuti da papa Francesco per il superamento delle divisioni, e dal mondo ortodosso del quale il patriarca Kirill è uno degli assoluti protagonisti, per il rafforzamento della comunione, tanto più nell’ormai imminente celebrazione del Sinodo Panortodosso, che si terra a Creta, dal 14 al 27 giugno, come è stato deciso nella riunione della Sinassi dei patriarchi, che si è tenuta a Chambessy dal 21 al 28 genniao.
Proprio per ospitare la Dichiarazione comune, sottoscritta da papa Francesco dal patriarca Kirill e le loro parole dopo la firma della Dichiarazione, che si possono leggere nella Documentazione Ecumenica, si è deciso di riaprire questo numero di «Veritas in caritate», che era già stato chiuso, il 5 febbraio, pochi giorni dopo la conclusione della Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani, che quest’anno ha assunto un rilievo particolare, non solo per il grande numero di iniziative locali che hanno caratterizzato questi giorni in Italia. Infatti sono stati giorni particolarmente intensi di parole e di gesti che hanno ulteriormente arricchito il cammino ecumenico, dalla visita di papa Francesco alla Sinagoga di Roma fino alla celebrazione dei Vespri, per la conclusione della Settimana nella basilica di San Paolo fuori le mura, passando dall’annuncio di papa Francesco della sua volontà di prendere parte alla commemorazione ecumenica del 500° anniversario della nascita della Riforma, che si svolgerà a Lund, il 31 ottobre 2016; nel quadro del dialogo interreligioso si deve anche ricordare ll’incontro di papa Franesco con il presidente della Repubblica Islamica Iraniana, avvenuto all’indomani della Setttimana di preghiera.
Della straordinaria riccheza della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani e della Giornata per il dialogo con il popolo ebraico vengono pubblicati riflessioni e cronache nella Rassegna stampa, solo per aprire qualche finestra su un panorama tanto ricco e in movimento, quale è il dialogo ecumenico in Italia. In allegato in questo numero si può trovare l’elenco delle iniziative locali per la Settimana di preghiera (SPUC2016) e per la Giornata del 17 gennaio (GiornataEbraismo2016) che raccolgono le notizie di centinaia e centinaia di incontri in decine di diocesi in Italia. La redazione di questo elenco è stato possibile grazie alla collaborazione di tanti che hanno voluto condividere i programmi delle iniziative diocesane con «Veritas in caritate»; a loro va uno speciale ringraziamento.
Infine, sempre nel mese di gennaio, c’è stato un avvincendamento nella presidenza della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo della Conferenza Episcopale Italiana; infatti mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, è stato eletto presidente della Conferenza Episcopale dell’Abruzzo e del Molise e quindi, secondo il Regolamento della CEI, ha dovuto rinunciare alla carica di presidente della Commissione. Mons. Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone-Veroli, ha assunto la carica ad interim di presidente della Commissione episcopale, in attesa dell’elezione del nuovo presidente che avverrà nella prossima Assemblea generale della CEI; tra i membri della Commissione si è avuto anche l’avvicendamento tra mons. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, con mons. Gerardo Antonazzo, vescovo di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo.
Riccardo Burigana