6 gennaio
Epifania del Signore   versione testuale

La misericordia non conosce barriere

O Dio, che in questo giorno, con la guida della stella, hai rivelato alle genti il tuo unico Figlio,
conduci benigno anche noi, che già ti abbiamo conosciuto per la fede,
a contemplare la grandezza della tua gloria
(Colletta)
 
L’antifona al Magnificat dei secondi Vespri di questa solennità conserva in modo eminente tutti i sostrati del mistero che celebriamo, che non si esauriscono nella manifestazione ai Magi:
 
Tre prodigi celebriamo
in questo giorno santo:
oggi la stella ha guidato i magi al presepio,
oggi l'acqua è cambiata in vino alle nozze,
oggi Cristo è battezzato da Giovanni nel Giordano
per la nostra salvezza, alleluia.
(II Vespri, Antifona dell’Epifania)
 
I Magi, il Battista, il maestro di tavola si sorprendono della manifestazione del Cristo. La sua misericordia emerge come bambino d’umili natali (stella), prodigio a servizio della gioia nuziale (vino), uomo in fila con i peccatori (nel Giordano). L’azione a cui è invitata la Chiesa, che emerge con più chiarezza dai discorsi di Papa Francesco e dall’esortazione Evangelii gaudium, è senza dubbio uscire. Da questa liturgia emerge chiaramente che il primo ad uscire, a manifestarsi, è il Cristo stesso. Dal suo stile discreto e forte nel manifestarsi ha fondamento lo stile con il quale è invitata ad uscire la comunità dei credenti.
 
 
Prima dell’inizio della liturgia, un lettore – non dall’ambone – potrebbe offrire una monizione d’inizio, con queste o simili parole:
 
 “Preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze”, dice Papa Francesco (EG 49). La solennità dell’Epifania, della manifestazione, del Signore ci permette di incontrare lo stile di Dio nell’uscire umile incontro al mondo. Con i Magi lo onoriamo nella sua regalità, divinità e vittoria sulla morte. Accogliamo il celebrante con il canto…”.
 

La solennità dell’Epifania del Signore è anche il momento per alcuni gesti tipici ed assai evocativi. Non manchi la celebrazione dell’annuncio della Pasqua e delle feste dell’anno. Ricordiamo che la data della Pasqua è legata a momenti molto sofferti nella storia delle Chiese ed è fattore di unità.
  
Dopo la lettura del Vangelo, il diacono o il sacerdote, o anche un cantore, può dare l'annuncio del giorno della Pasqua.
Fratelli carissimi, la gloria del Signore si è manifestata e sempre si manifesterà in mezzo a noi fino al suo ritorno. Nei ritmi e nelle vicende del tempo ricordiamo e viviamo i misteri della salvezza.
Centro di tutto l'anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto, che culminerà nella domenica di Pasqua il 27 marzo 2016.
In ogni domenica, Pasqua della settimana, la santa Chiesa rende presente questo grande evento nel quale Cristo ha vinto il peccato e la morte.
 
Dalla Pasqua scaturiscono tutti i giorni santi:
Le Ceneri, inizio della Quaresima, il 10 febbraio 2016.
L'Ascensione del Signore, il 8 maggio 2016.
La Pentecoste, il 15 maggio 2016.
La prima domenica di Avvento, il 27 novembre 2016.
 
Anche nelle feste della santa Madre di Dio, degli Apostoli, dei Santi e nella commemorazione dei fedeli defunti, la Chiesa pellegrina sulla terra proclama la Pasqua del suo Signore.
 
A Cristo che era, che è e che viene, Signore del tempo e della storia, lode perenne nei secoli dei secoli. Amen.
 

Dopo l’orazione post communio si può pregare insieme ai fedeli la Preghiera per il Giubileo della Misericordia.
 
In molte comunità cristiane è consuetudine onorare l’immagine del Bambino Gesù con un bacio prima di riporlo. Il gesto, situato al termine della celebrazione, può essere accompagnato da un canto tradizionale.
 
Per altre opportune sottolineature della pietà popolare si veda il n.118 del Direttorio:
 
- Attorno alla solennità dell’Epifania, di antichissima origine e di ricchissimo contenuto, sono sorte e si sono sviluppate molte tradizioni e genuine espressioni di pietà popolare. Tra esse si possono ricordare:
 
- il solenne annuncio della Pasqua e delle principali feste dell’anno; il suo ripristino, in atto in diversi luoghi, va opportunamente favorito; esso infatti aiuta i fedeli a scoprire il collegamento tra l’Epifania e la Pasqua e l’orientamento di tutte le feste verso la massima solennità cristiana;
 
- lo scambio dei “doni dell’Epifania”; tale consuetudine affonda le sue radici nell’episodio evangelico dei doni offerti dai Magi al bambino Gesù (cf. Mt 2,11) e, più radicalmente, nel dono fatto da Dio Padre all’umanità con la nascita tra noi dell’Emanuele (cf. Is 7,14; 9,6; Mt 1,23). È auspicabile pertanto che lo scambio dei doni in occasione dell’Epifania mantenga una caratterizzazione religiosa, mostri cioè la sua motivazione ultima nel ricordo del racconto evangelico: ciò aiuterà a fare del dono un’espressione anche di pietà cristiana e a sottrarlo da elementi condizionanti di lusso, di sfarzo, di sperpero, estranei alle sue origini;
 
- la benedizione delle case, sulle cui porte vengono segnate la croce del Signore, la cifra dell’anno appena iniziato, le lettere iniziali dei tradizionali nomi dei santi Magi (c+m+b), spiegate anche come abbreviazione di “Christus mansionem benedicat”, scritte con gesso benedetto; tali gesti, compiuti da cortei di bambini accompagnati da adulti, esprimono l’invocazione della benedizione di Cristo per intercessione dei santi Magi e insieme sono occasione per raccogliere offerte da devolvere a scopi caritativi e missionari;
 
- le iniziative di solidarietà in favore di uomini e donne che, come i Magi, provengono da regioni lontane; nei loro confronti, siano essi cristiani o non, la pietà popolare assume un atteggiamento di accogliente comprensione e di fattiva solidarietà;
 
- l’aiuto all’evangelizzazione dei popoli; la forte caratterizzazione missionaria dell’Epifania è stata colta dalla pietà popolare, per cui, in quel giorno fioriscono iniziative in favore delle missioni, in particolare quelle legate all’“Opera missionaria della Santa Infanzia” istituita dalla Sede Apostolica;
 
- l’assegnazione dei Santi Patroni; in non poche comunità religiose e confraternite vige la consuetudine di assegnare ai singoli membri un Santo, sotto il cui patrocinio porre l’anno appena iniziato.