Sussidio Quaresima 2013 - Il Giorno del Signore - 19 maggio - Domenica di Pentecoste 
19 maggio - Domenica di Pentecoste   versione testuale
"Lo Spirito Santo… vi insegnerà ogni cosa" (Gv 14,26)
Con la solennità della Pentecoste giunge a compimento il tempo colmo di gioia dei cinquanta giorni in cui la Chiesa celebra «la risurrezione del Signore, la gloria del suo Sposo, l'ineffabile potenza del suo amore che si irradia con soave forza e dolce consolazione mediante il dono dello Spirito Santo».
Questo dono costituisce il compimento delle promesse divine contenute nella Scrittura e segna giustamente il compimento della celebrazione liturgica del Tempo di Pasqua.
 
“ Sia favorita la celebrazione protratta della Messa della Vigilia, che non riveste un carattere battesimale come nella Veglia pasquale, ma di intensa preghiera sull’esempio dei discepoli, che perseveravano unanimi in preghiera, con Maria, Madre di Gesù, nell'attesa dello Spirito Santo” (Paschalis Sollemnitatis, 107).
Le comunità cristiane siano orientate alla valorizzazione della vigilia come momento importante, invitando in particolare i cresimandi, i neo-cresimati e i neofiti adulti.
 
“La Chiesa nel giorno di Pentecoste mostra con tutta evidenza questa dimensione pubblica del credere e dell’annunciare senza timore la propria fede ad ogni persona. È il dono dello Spirito Santo che abilita alla missione e fortifica la nostra testimonianza, rendendola franca e coraggiosa” (Porta fidei, 10).
La celebrazione di questa domenica, quindi, ben preparata e curata con la massima solennità (rito di aspersione, Professione di fede cantata, menzione della solennità nella preghiera eucaristica, formula solenne di benedizione, solenne congedo col duplice Alleluia), sottolinea il legame con la Pasqua del Signore di cui il dono dello Spirito ne è il compimento.
 
Durante la liturgia della Parola, venga offerto il giusto valore alla sequenza Veni, Sancte Spiritus data possibilmente dall’esecuzione in canto (rappresenta una “novitas” nel ritmo celebrativo); ma se ciò non è possibile si curi una buona lettura nell’alternanza tra solista e assemblea, evitando ogni forma di banalizzazione.