Sussidio Quaresima 2013 - Vocazioni - 14 aprile - III Domenica di Pasqua 
14 aprile - III Domenica di Pasqua   versione testuale
“Venite a mangiare” (Gv 21,12)
Veglia di preghiera
 
in occasione della
50ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni
 
 
Le Vocazioni
segno della Speranza fondata sulla Fede
 
 
Guida
 
Il giubileo della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni è occasione per ricordare papa Paolo VI che la istituì, il 23 gennaio 1964, nella profonda convinzione che la preghiera è “il cardine della pastorale vocazionale”.
In questa Veglia, nel cuore dell’Anno della fede, in comunione di preghiera, ci facciamo solidali a tutte le vocazioni, e invochiamo la grazia che le nuove generazioni sappiano discernere, accogliere, vivere in pienezza la chiamata del Signore.
Progettare con Dio è la più grande pro-vocazione per il futuro.
 
Canto iniziale
 
Primo momento
“SEGNO DELLA SPERANZA”
 
 
P.        Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo
T.         Amen
P.         Il Dio della speranza, che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede per la potenza dello Spirito Santo, sia con tutti voi.
T.         E con il tuo spirito
 
 
L. Dal Messaggio di Papa Benedetto XVI per la 50a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni.
 
Nella 50a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, vorrei invitarvi a riflettere sul tema: «Le vocazioni segno della speranza fondata sulla fede», che ben si inscrive nel contesto dell’Anno della fede e nel 50° anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II.
La speranza è attesa di qualcosa di positivo per il futuro, ma che al tempo stesso deve sostenere il nostro presente, segnato non di rado da insoddisfazioni e insuccessi. Dove si fonda la nostra speranza?
Guardando alla storia del popolo di Israele narrata nell’Antico Testamento, vediamo emergere, anche nei momenti di maggiore difficoltà come quelli dell’esilio, un elemento costante, richiamato in particolare dai profeti: la memoria delle promesse fatte da Dio ai Patriarchi; memoria che chiede di imitare l’atteggiamento esemplare di Abramo, il quale, ricorda l’Apostolo Paolo, «credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: così sarà la tua discendenza» (Rm 4,18).
 
 
G. Rappresentanti di tutte le vocazioni porteranno una luce, in processione dal fonte battesimale fino all’ambone: richiamo alla discendenza di Abramo, padre nella fede, numerosa come le stelle del cielo. Immagine di ogni vocazione, radicata nella grazia del battesimo e aperta a vivere secondo la Parola che chiama alla vita e all’amore.
 
Canone
(processione di luci dal battistero all’ambone)
 
P. Invochiamo il dono dello Spirito, perché sostenga la nostra vocazione e ci renda capaci di incoraggiare e promuovere le altre vocazioni, attraverso la nostra testimonianza di credenti.
 
(da una preghiera di Papa PaoloVI)
 
Vieni, o Spirito santo, e da' a noi un cuore nuovo,
che ravvivi in noi tutti i doni da te ricevuti
con la gioia di essere cristiani,
un cuore nuovo, sempre giovane e lieto.
Ritornello o canone di invocazione allo Spirito Santo.
 
Vieni, o Spirito santo, e da' a noi un cuore puro,
allenato ad amare Dio,
un cuore puro, che non conosca il male
se non per definirlo, per combatterlo e per fuggirlo;
un cuore puro, come quello di un fanciullo,
capace di entusiasmarsi e di trepidare.
Ritornello o canone di invocazione allo Spirito Santo.
 
Vieni, o Spirito santo, e da' a noi un cuore grande,
aperto alla tua silenziosa e potente parola ispiratrice,
e chiuso a ogni meschina ambizione,
un cuore grande e forte ad amare tutti,
a tutti servire, con tutti soffrire,
un cuore grande, forte,
solo beato di palpitare col cuore di Dio.
Ritornello o canone di invocazione allo Spirito Santo.
 
P. Orazione
O Dio della nuova ed eterna alleanza, ascolta la nostra voce che sale a te dalle strade del mondo; come l’antico Israele cantava i tuoi prodigi nel cammino verso la terra promessa, così la Chiesa, animata dal tuo Spirito, canti le tue meraviglie nel suo peregrinare verso il regno.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
 
T. Amen.
 
(canto per l’accoglienza della Parola)
 
 
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (4,16-25)
 
16Eredi dunque si diventa in virtù della fede, perché sia secondo la grazia, e in tal modo la promessa sia sicura per tutta la discendenza: non soltanto per quella che deriva dalla Legge, ma anche per quella che deriva dalla fede di Abramo, il quale è padre di tutti noi - 17come sta scritto: Ti ho costituito padre di molti popoli -davanti al Dio nel quale credette, che dà vita ai morti e chiama all'esistenza le cose che non esistono.
18Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: Così sarà la tua discendenza. 19 vacillò nella fede, pur vedendo già come morto il proprio corpo - aveva circa cento anni - e morto il seno di Sara. 20Di fronte alla promessa di Dio non esitò per incredulità, ma si rafforzò nella fede e diede gloria a Dio, 21pienamente convinto che quanto egli aveva promesso era anche capace di portarlo a compimento. 22Ecco perché gli fu accreditato come giustizia.Egli non
23E non soltanto per lui è stato scritto che gli fu accreditato, 24ma anche per noi, ai quali deve essere accreditato: a noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù nostro Signore, 25il quale è stato consegnato alla morte a causa delle nostre colpe ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione.
 
meditazione
 
 
Secondo momento
“FONDATA SULLA FEDE”
 
 
G. La fede è un cammino che dura tutta la vita, fino alla visione piena del Volto di Dio.
La fede è un cammino da compiere insieme, intessendo legami, all’interno della comunità cristiana e attraverso la testimonianza che diventa educazione per le nuove generazioni.
Come le altre virtù teologali, come la vocazione, anche la fede cresce e si rafforza nel dono: per questo chiediamo insieme, nella preghiera, la grazia rinnovata non solo di accoglierla, ma di saperla condividere, di diventare mediazione perché altri fratelli e sorelle possano essere generati nella fede.
 
L. Da “Porta fidei”, Motu proprio di Papa Benedetto XVI per l’indizione dell’Anno della fede (n.13).
Per fede i discepoli formarono la prima comunità raccolta intorno all’insegnamento degli Apostoli, nella preghiera, nella celebrazione dell’Eucaristia, mettendo in comune quanto possedevano per sovvenire alle necessità dei fratelli (cfr At 2,42-47).
Per fede i martiri donarono la loro vita, per testimoniare la verità del Vangelo che li aveva trasformati e resi capaci di giungere fino al dono più grande dell’amore con il perdono dei propri persecutori.
Per fede uomini e donne hanno consacrato la loro vita a Cristo, lasciando ogni cosa per vivere in semplicità evangelica l’obbedienza, la povertà e la castità, segni concreti dell’attesa del Signore che non tarda a venire. Per fede tanti cristiani hanno promosso un’azione a favore della giustizia per rendere concreta la parola del Signore, venuto ad annunciare la liberazione dall’oppressione e un anno di grazia per tutti (cfr Lc 4,18-19).
Per fede, nel corso dei secoli, uomini e donne di tutte le età, il cui nome è scritto nel Libro della vita (cfr Ap 7,9; 13,8), hanno confessato la bellezza di seguire il Signore Gesù là dove venivano chiamati a dare testimonianza del loro essere cristiani: nella famiglia, nella professione, nella vita pubblica, nell’esercizio dei carismi e ministeri ai quali furono chiamati.
Per fede viviamo anche noi: per il riconoscimento vivo del Signore Gesù, presente nella nostra esistenza e nella storia.
 
G. Le luci accanto all’ambone verranno ora prese da persone che ricordano in quest’anno il 50° di ordinazione, di consacrazione o di matrimonio, e che si collocheranno di fronte all’altare.
 
Canone
 
(accoglienza delle luci)
 
P. Fratelli, la luce della vostra vocazione diventi sempre più un segno dell’Amore di Dio.
Le persone che ricordano il 50°:
Per fede, la nostra vita è vocazione.
Per fede, la risurrezione di Gesù rivela il senso della nostra esistenza.
 
P. Professiamo ora, insieme, con età e vocazioni diverse, la nostra fede.
 
 
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente,
creatore del cielo e della terra,
di tutte le cose visibili e invisibili.
 
ritornello o canone con professione di fede
 
Credo in un solo Signore, Gesù Cristo,
unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli:
Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero,
generato, non creato, della stessa sostanza del Padre;
per mezzo di Lui tutte le cose sono state create.
Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo
e per opera dello Spirito Santo si è incarnato
nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo.
Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto.
Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture,
è salito al Cielo, siede alla destra del Padre.
E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti,
e il suo Regno non avrà fine.
 
ritornello o canone con professione di fede
 
Credo nello Spirito Santo, che è Signore
e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio.
Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato,
e ha parlato per mezzo dei profeti.
 
ritornello o canone con professione di fede
 
Credo la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica.
Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati.
Aspetto la risurrezione dei morti
e la vita del mondo che verrà. Amen.
 
ritornello o canone con professione di fede
 

Terzo momento
“LE VOCAZIONI”
 
 
L. Da “Porta fidei”, Motu proprio di Papa Benedetto XVI per l’indizione dell’Anno della fede (n. 1).
 
La “porta della fede” (cfr At 14,27) che introduce alla vita di comunione con Dio e permette l’ingresso nella sua Chiesa è sempre aperta per noi.
È possibile oltrepassare quella soglia quando la Parola di Dio viene annunciata e il cuore si lascia plasmare dalla grazia che trasforma.
Attraversare quella porta comporta immettersi in un cammino che dura tutta la vita. Esso inizia con il Battesimo (cfr Rm 6,4), mediante il quale possiamo chiamare Dio con il nome di Padre, e si conclude con il passaggio attraverso la morte alla vita eterna, frutto della risurrezione del Signore Gesù che, con il dono dello Spirito Santo, ha voluto coinvolgere nella sua stessa gloria quanti credono in Lui (cfr. Gv 17,22).
 
G. Alcuni giovani riceveranno ora le luci dalle persone che celebrano il 50° di vocazione e le porteranno accanto alla porta di questa chiesa: segno del comune mandato ad accogliere la Parola di Dio e ad annunciarla nella propria esistenza, in fedeltà alla vocazione che ciascuno è chiamato a discernere, accogliere, vivere.
 
Canone
 
consegna delle luci ai giovani
e processione verso la porta
 
L. Dal Messaggio di Papa Benedetto XVI per la XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù - Rio 2013 (n.1)
 
La Chiesa, nel continuare questa missione di evangelizzazione, conta anche su di voi. Cari giovani, voi siete i primi missionari tra i vostri coetanei! Alla fine del Concilio Ecumenico Vaticano II, di cui quest’anno celebriamo il 50° anniversario, il Servo di Dio Paolo VI consegnò ai giovani e alle giovani del mondo un Messaggio che si apriva con queste parole: «È a voi, giovani uomini e donne del mondo intero, che il Concilio vuole rivolgere il suo ultimo messaggio. Perché siete voi che raccoglierete la fiaccola dalle mani dei vostri padri e vivrete nel mondo nel momento delle più gigantesche trasformazioni della sua storia. Siete voi che, raccogliendo il meglio dell’esempio e dell’insegnamento dei vostri genitori e dei vostri maestri, formerete la società di domani: voi vi salverete o perirete con essa».
E concludeva con un appello: «Costruite nell’entusiasmo un mondo migliore di quello attuale!» (Messaggio ai giovani, 8 dicembre 1965).
Cari amici, questo invito è di grande attualità. Stiamo attraversando un periodo storico molto particolare: il progresso tecnico ci ha offerto possibilità inedite di interazione tra uomini e tra popolazioni, ma la globalizzazione di queste relazioni sarà positiva e farà crescere il mondo in umanità solo se sarà fondata non sul materialismo ma sull’amore, l’unica realtà capace di colmare il cuore di ciascuno e di unire le persone. Dio è amore. L’uomo che dimentica Dio è senza speranza e diventa incapace di amare il suo simile. Per questo è urgente testimoniare la presenza di Dio affinché ognuno possa sperimentarla: è in gioco la salvezza dell’umanità e la salvezza di ciascuno di noi. Chiunque comprenda questa necessità, non potrà che esclamare con san Paolo: «Guai a me se non annuncio il Vangelo!» (1Cor 9,16).
 
P. Carissimi, con le parole che Gesù ci ha insegnato, ci rivolgiamo al Padre. Chiediamo con fede che il suo Regno venga, anche attraverso le nostre vocazioni, per essere sempre più segno di speranza:
 
Padre nostro
 
P. Orazione
Signore nostro Dio, fonte di gioia per chi cammina nella tua lode, donaci un cuore semplice e docile, a immagine del tuo Figlio, per divenire discepoli della sapienza e compiere solo e tutto ciò che a te piace. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio che è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli.
 
Amen.
 
Benedizione
 
P.  Dio che nella risurrezione di Cristo ha operato la nostra salvezza e ci ha resi suoi figli, vi dia la gloria della sua benedizione.
T.  Amen.
 
P. Il Redentore, Speranza del mondo, vi renda suoi testimoni.
T.  Amen.
 
P.  E voi, che afferrati da Cristo correte verso la mèta per arrivare al premio che Dio vi chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù, possiate vivere santamente la vostra vocazione.
T.  Amen.
 
P.  E la benedizione di Dio Onnipotente, Padre, Figlio + e Spirito Santo, discenda su di voi, e con voi rimanga sempre
T.  Amen
 
Diacono
Andate e portate a tutti la gioia del Signore Risorto.
 
T.  Rendiamo grazie a Dio.
 
G. Uscendo, riceveremo dai giovani che hanno portato le luci accanto alla porta, un cartoncino con il credo: è un invito a professare la nostra fede, fondamento della speranza di ogni vocazione.
 
Canto per il congedo