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 Congresso Eucaristico Nazionale - Notizie - Per la sete dei poveri - La concretezza della carità 
La concretezza della carità   versione testuale

Tra le opere di misericordia visitate venerdì 16 settembre dai delegati al XXVI Congresso Eucaristico Nazionale a Genova anche la mensa per i poveri gestita dalle Figlie della Santa Bracelli, note come Suore Brignoline.
Una visita speciale perché condotta da Mons. Martino Canessa, Vescovo Emerito di Tortona, che, tornato nella sua Genova, vive ora presso questo istituto religioso.
E’ stato proprio lui a raccontare ai delegati la storia della mensa legata alla figura della beata Maria Repetto che volle istituirla alla fine dell’800 nello spirito di Virginia Centurione Bracelli, la santa genovese di famiglia benestante (era la figlia del doge Giorgio Centurione) vissuta tra il 1500 e il 1600 che ebbe sempre a cuore l’aiuto ai poveri, alle persone sole e in difficoltà.
Nella chiesa dell’istituto che ha aperto le porte ai delegati sono conservati il corpo della Bracelli e le spoglie della Repetto: a queste due figure così significative per la diocesi che ospita il Congresso Eucaristico, ha rivolto la sua preghiera, insieme alle suore Brignoline e ai membri della delegazione, Mons. Canessa perché ciascuno abbia un cuore aperto, nutrito di misericordia.
“Il crocifisso e l’Eucarestia erano i punti di riferimento della santa Bracelli – ha detto Mons. Canessa; fu lei a proporre in diocesi l’iniziativa delle ’40 ore’ di adorazione eucaristica. Era una donna molto intelligente che visse la carità nella concretezza e si impegnò a organizzarla a livello cittadino, considerata anche la credibilità che aveva come figlia del doge”.
La Bracelli morì laica nel 1651, ma le tante ragazze che ne raccolsero il carisma e vollero seguirla desideravano portare avanti la sua missione ai poveri; nacque così la congregazione che oggi tra i suoi servizi annovera la mensa quotidiana che accoglie dalle cinquanta alle settanta persone. La brignolina Madre Daniela ha definito gli ospiti ‘ultimi tra gli ultimi’: tra loro tanti stranieri e molti che entrano e escono dal carcere. Tra gli italiani, la povertà nasce soprattutto da situazioni di separazione dalle mogli: le difficoltà economiche e la solitudine rendono la vita quotidiana davvero difficile. Il riguardo delle suore è quello di non chiedere nulla agli ospiti circa la loro vita e il loro passato: “Cerchiamo di rispettare la loro diffidenza e di creare un clima di famiglia e fraternità, chiediamo soltanto rispetto reciproco e per l’ambiente” – ci ha detto ancora madre Daniela –; l’incontro con i delegati si è svolto proprio in questa atmosfera. Un saluto discreto, una battuta, brevi dialoghi fatti di sorrisi e semplicità: la misericordia si è toccata con mano.
(Laura Ferrero)